«Museo in allestimento gli esuli vanno coinvolti»
«Gentile presidente, cara Chiara». Il tono della lettera è cordialissimo. I contenuti un po’ meno visto che si rimette in discussione l’allestimento del Museo della Civiltà Istriana Fiumana e Dalmata di via Torino presentato in conferenza stampa il 5 dicembre scorso («Per la realizzazione del quale inizieranno a breve i lavori», si leggeva nel comunicato ufficiale). Due mesi fa esatti. A scrivere alla presidente dell’Irci, Chiara Vigini, è il presidente della Federazione degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati Antonio Ballarin. «Nei giorni scorsi in una riunione con i vertici delle Associazioni che rappresento, insieme al presidente dell’Unione degli Istriani e il vicepresidente di Coordinamento Adriatico, abbiamo avuto modo di condurre una riflessione in merito alle attività culturali. Nella conversazione è stato toccato anche il tema relativo al Museo che l’Istituto sta realizzando con notevole impegno e che le associazioni considerano di fondamentale importanza».
Fin qua nulla da dire. «Le associazioni desiderano supportare il lavoro svolto dall’Irci mettendo in campo le personalità di più alto livello tecnico-scientifico che il nostro mondo è in grado di esprimere, al fine di contribuire fattivamente nei contenuti che verranno comunicati dall’opera museale» spiega il presidente di Federesuli. Come dire: non ci fidiamo della Commissione museale messa in piedi dall’Irci. «Per questo motivo ti chiedo di poter organizzare a breve un incontro tra il gruppo tecnico che stiamo predisponendo ed i professionisti che si stanno occupando dell'allestimento del Museo, in modo da poter valutare congiuntamente il progetto nel suo insieme e contribuire in maniera adeguata» conclude Ballarin nella lettera alla Vigini.
La Commissione per il Museo della Civiltà Istriana è composta da tre membri dell'Irci (la presidente Vigini, il segretario Raoul Pupo e il direttore Piero Delbello) e tre membri designati dal Comune (Maria Masau Dan, vicepresidente dell'Irci, Francesco Fait e Marzia Vidulli Torlo). Il progetto di allestimento è stato affidato a Massimiliano Schiozzi, il coordinamento ad Anna Krekic. Del gruppo di lavoro fanno parte Roberto Spazzali, Karen Drioli e Serena Paganini.
È una commissione alla quale dunque le associazioni degli esuli vogliono affiancare una di loro fiducia. «Quella di due mesi fa è stata una boutade. Quattro fogli di carta - spiega Massimilano Lacota, presidente dell’Unione degli istrini -. Non si può pensare che le associazioni dell’esodo non vengano consultate per dell’allestimento del museo». Alcune perplessità sull’allestimento sono già stata sollevate dal dalmata Renzo de’ Vidovich. Il rischio di creare un museo contadino con «la cultura scambiata per coltura».
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