Mostra sulle leggi razziali, boom di visitatori
TRIESTE Ha totalizzato 6.500 visitatori in undici giorni la mostra “Il razzismo in cattedra”, organizzata dagli studenti del liceo Petrarca e chiusa ieri dopo l’inaugurazione avvenuta il 4 ottobre, preceduta dalle vibranti polemiche innescate dall’iniziale scelta del Comune di “ammorbidire” il manifesto dell’esposizione.
Ora i pannelli e la documentazione raccolta dagli allievi della scuola di via Rossetti saranno portati in giro per l’Italia e la preside Cesira Militello sta definendo i dettagli dello sbarco a Milano e Roma, cui seguirà un tour nei venti istituti che appartengono alla rete delle “Scuole amiche dei diritti umani”, messa in piedi da Amnesty International.
Militello è soddisfatta per il «record di presenze: grandissima partecipazione e grande generosità di tutti i partecipanti. Abbiamo ospitato molti gruppi scolastici, studenti universitari, giovani in Erasmus e privati cittadini. I nostri studenti e docenti si sono mobilitati – continua la dirigente scolastica – dando vita a un’importante esperienza collettiva sull’importanza del rispetto dei diritti umani». Militello sottolinea che «per la prima volta una celebrazione legata alle leggi razziali si è tenuta fuori dagli spazi della comunità ebraica: in quel Museo Sartorio che il Comune ci ha messo a disposizione garantendo l’apertura degli spazi e risolvendo celermente i piccoli problemi tecnici».
Le polemiche sono alle spalle e la preside le spegne definitivamente: «Il cambio di passo del Comune è da apprezzare. Dopo essersi scusato, l’assessore ha visitato la mostra e ha compreso l’importanza di questa mostra e del suo messaggio».
Oggi verranno intanto proiettati alle 20 al Teatro Miela un video che ripercorrerà i contenuti della mostra e il documentario “1938 Vita amara”. Quest’ultimo è stato girato dalla regista e professoressa Sabrina Benussi: il filmato è parte dello stesso progetto di alternanza scuola-lavoro che il liceo ha svolto lo scorso anno scolastico, in collaborazione con Università di Trieste, Museo della comunità ebraica e Archivio di Stato. Sulla base della ricerca che gli studenti hanno svolto in archivi privati e pubblici, il film offre uno spaccato della vita degli uomini e delle donne diventata tristemente “amara” nel 1938. A rivivere quel dolore è anche la testimone Fulvia Levi, protagonista pure della video-visita filmata che verrà proiettata prima del documentario. —
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