Monfalcone, scuole e asili senza mensa: i pasti vengono serviti in classe
MONFALCONE Il racconto di un Paese può avvenire anche attraverso ciò che mette in piatto, la sua cultura culinaria. Di pari passo, le pietanze possono seguire il filo delle narrazione dei tempi. Così è avvenuto nelle guerre, quando ci si arrabattava con quel che passava il convento, in un desco frugale, e nei periodi pace, con le tavole imbandite. La nutrizione è inoltre perno dello stile di vita e negli anni le famiglie hanno combattuto le loro battaglie, a suon di educazione alimentare, promozione dei prodotti a chilometro zero e bio, per migliorare i menù della refezione scolastica, calibrati anche dall’Azienda sanitaria. E così, in tempi di altri tipi di guerra – la lotta alla pandemia – perfino le modalità di somministrazione dei pasti giornalieri negli istituti di ogni ordine e grado subiscono inevitabili modifiche. È quanto si prospetta a Monfalcone, dove gli istituti che non disporranno di una propria autonomia, con la mensa, il pranzo si consumerà sul banco e attraverso stoviglie usa e getta, in classe, secondo quanto reso noto ieri dall’amministrazione.
Che sarà un anno scolastico sui generis è pacifico, del resto nessuno prima del marzo 2020 aveva avuto l’impellenza di conciliare le disposizioni sulle mense, da anni instaurate, con il distanziamento sociale, visto che mai prima di allora si era vissuto un lockdown. Quest’anno si fa dunque tesoro delle prescrizioni sanitarie, nel tentativo di portare avanti – in sicurezza – un servizio fondamentale, per l’individuo e le famiglie che affidano i figli alla scuola: l’istruzione, la formazione dei giovani.
È ormai conto alla rovescia per il primo rintocco della campanella, a decretare ufficialmente la fine dell’estate per centinaia e centinaia di bambini e ragazzi a Monfalcone. Manca meno di un mese. Eppure le modalità per le singole scuole sono ancora in fase di definizione, come si apprende. Infatti il gestore, la Cir Food di Reggio Emilia, che ha cambiato il responsabile di zona (il nuovo referente è però un dipendente già attivo, seppur con altro ruolo in passato, sul territorio), svolgerà a breve «sopralluoghi nei vari plessi», come spiega l’assessore all’Istruzione Antonio Garritani, per prendere le misure. In ogni senso, ovvero analizzare capienza e capacità delle sale in cui si svolgeva abitualmente la refezione per capire quanti turni sono necessari, in modo da garantire il pasto adeguatamente distanziato tra gli alunni.
La ditta di ristorazione sta attendendo a breve di ricevere dagli istituti comprensivi cittadini i dati che consentono una panoramica delle effettive necessità, per meglio organizzare il servizio, dunque il numero dei bambini che fruiscono del servizio, la classe di appartenenza e la sua collocazione all’interno dell’edificio. Valuterà la presenza o meno di una sala di refezione (organizzata, se necessario, in turni). E, in base ai dati raccolti, la Cir Food allestirà il servizio prevedendo, laddove possibile, il consumo nella sala di refezione (se prevista) modulato in turni. In questo caso verrebbero utilizzate stoviglie in ceramica e vetro come di norma nel periodo pre Covid-19.
Non dovesse essere possibile, allora il servizio avverrà nelle aule, con la sanificazione degli arredi e la consegna del pasto impiattato al momento, utilizzando stoviglie usa e getta. Nella pratica un operatore, con il carrello dei pasti, si affaccerà alla classe per somministrare il cibo per ogni alunno. Per dare un’idea dei numeri, nell’anno 2019/2020 hanno beneficiato del servizio mensa 1.163 utenti, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado. Nel dettaglio 511 bambini dell’asilo, 602 delle elementari (su un totale di 1.102) e 50 ragazzini delle medie (tutti iscritti alla Randaccio, su complessivi 333 iscritti all’istituto, mentre la popolazione generale, compresa quella della Giacich, ammontava a 715).
«Stiamo collaborando – conclude Garritani – con l’istituzione scolastica e la ditta del servizio mensa per assicurare la ripresa delle attività didattiche nel massimo della sicurezza possibile per i nostri bambini». –
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