Monfalcone: riaperta la banchina ma il fondale è basso

Gli operatori: una beffa La Cetal fa attraccare tre navi e impiega un sub per i controlli Scaramelli (Assoterminal) denuncia: «Milioni sprecati»
Di Giulio Garau
Bonaventura Monfalcone-02.10.2013 Grimaldi Lines attraccata alla nuova banchina-Porto-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-02.10.2013 Grimaldi Lines attraccata alla nuova banchina-Porto-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Una banchina, quella del cabotaggio, con pescaggi che vanno da 4 metri e mezzo a un massimo di 6,50, per raggiungere i 7 metri bisogna utilizzare distanziatori di gomma (tecnicamente si chiamano fender) larghi 2-3 metri. «In quella zona non possono attraccare navi o traghetti moderni, si è costretti a stare in mezzo al canale» attaccano gli operatori del porto che gridano alla “beffa” e ribadiscono che «è la stessa profondità che c’è a San Giorgio di Nogaro». Riccardo Scaramelli in veste di rappresentante di Assoterminal oltre che presidente della Compagnia, sconfortato dalla situazione, va giù pesante: «È una follia avere investito tutti quei milioni di euro per una banchina con quel pescaggio, qualcuno ci ha pensato?».

E che la situazione sia “sul filo del rasoio” lo conferma la situazione di questi giorni, dopo la riapertura degli ormeggi uno, due e tre. Le prime ad attraccare sono state le navi della Grimaldi gestite dalla Cetal. In due giornate sono arrivate ben tre navi Ro-Ro che hanno scaricato automobili. Ma da quanto si è appreso la Cetal per farle attraccare in sicurezza e per evitare danni ha dovuto, autonomamente, acquistare per proprio conto dei fender da 2 metri e venti e da tre metri e venti per poter lavorare in piena sicurezza facendo ormeggiare l’unità in maniera “squadrata” per allontanare la carena dagli scogli rimasti sotto la banchina.

Una manovra che non dà tranquillità ai comandanti e per questo la Cetal, proprio ieri, ha incaricato dei sub di fare le ispezioni sotto la nave mentre è ormeggiata per sapere con esattezza le batimetrie e i margini di manovra. Una scelta di assoluta importanza, ieri sera sono finite le misurazioni e verrà stilato un rapporto, assieme ai comandanti delle varie unità, che pescano da cinque metri in su, per sapere se l’accosto su quella banchina non è rischioso e si può fare in sicurezza. E sulla base di questo la Cetal e la Grimaldi potrebbero decidere se restare o spostare il traffico su altri scali meno rischiosi.

La Cetal infatti guarda con interesse a quella banchina e la possibilità di utilizzare quegli spazi evitando di occupare altre aree del porto, dove c’è più pescaggio, necessario alla gran parte delle altre navi. Una situazione di impasse che fa arrabbiare Scaramelli. «Non si può andare avanti in questa situazione - spiega - è come aver messo in una Ferrari un motore di una 500. È stata una follia fare investimenti di milioni di euro (10 per la sola banchina, 25 con la Stazione marittima ma i soldi probabilmente verranno utilizzati per altro ndr) per quella banchina con quel pescaggio. perchè è il pescaggio che conta in un porto, non solo le parti visibili». Scaramelli accusa: Lo sapevano tutti che lì non c’era pescaggio sufficiente, la gran parte delle navi moderne e i traghetti non possono attraccare e l’unica maniera per essere sicuri è usare i distanziatori e stazionare in mezzo al canale. Un investimento folle di soldi pubblici e un lavoro della banchina sbagliato, questioni su cui qualcuno dovrà rispondere». Il presidente della Compagnia portuale è arrabbiato e sfoga il disapputo a nome degli operatori di Assoterminal. Il presidente dell’Aspm, Paolo Maschio, getta acqua sul fuoco e cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno: «Più di 7 metri di fondale non c’erano - spiega - abbiamo pensato all’utilizzo dei fender allontanando la nave dalla banchina. Abbiamo fatto il possibile per riaprire anche questi ormeggi, nel futuro forse sarà possibile portare il pescaggio a 8 metri».

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