Monfalcone apre al maxiporto regionale
TRIESTE. Un porto da 61 milioni e mezzo di tonnellate di merci all’anno (oltre 20 milioni se si escludono i 41 del petrolio): nascerà dall’incorporazione dello scalo di Monfalcone nell’Autorità di sistema portuale che avrà sede a Trieste e unirà anche Porto Nogaro. Là dove non era riuscita Unicredit (chi ricorda più il superporto Trieste-Monfalcone di cinque anni fa?) ce la farà l’accoppiata Delrio-Serracchiani.
Il primo passaggio per arrivarci è stato l’aver mantenuto da parte del governo l’autonomia di Trieste pur avendo ridotto le Authority da 24 a 15. Non altrettanto bene è andata a Savona finita sotto Genova, né a Salerno sottoposta a Napoli. Il secondo è costituito dal fatto che il testo stesso del nuovo decreto prevede che le Regioni possono chiedere l'inserimento nelle Autorità di sistema portuale di ulteriori porti di rilevanza regionale, un passaggio dietro al quale vi sarebbe lo zampino diretto della presidente del Friuli Venezia Giulia oltre che vicesegretario nazionale del Pd, Debora Serracchiani. «Ci diranno che Monfalcone non può finire sotto Trieste. Non ce ne frega niente», ha detto Serracchiani l’altra sera all’affollato convegno organizzato dal Piccolo in collaborazione con Nordest Economia. La frase un po’ forte però non ha provocato alcun sussulto oltre il Timavo, anzi. L’Authority regionale è vista come un’imperdibile opportunità di sviluppo anche da Monfalcone, con qualche distinguo com’è logico che sia.
«Non siamo certo di fronte a una diminutio per Monfalcone - è l’opinione del sindaco Silvia Altran - il porto di Monfalcone ha proprie specifiche caratteristiche che dall’unione non potranno che uscirne rafforzate. Del resto anche Trieste non si è ancora espressa al massimo delle sue possibilità, ora è in crescita, ma ha passato anni tribolati per cui anche lo scalo del capoluogo ne trarrà giovamento. Certo esiste un problema di rappresentatività dei territori a cui si potrà far ulteriormente adeguare la nuova legge».
Il decreto è ancora passibile di modifiche e su qualche lieve ritocco potrebbe contare ora anche Monfalcone per far entrare un proprio rappresentante nella governance cioé il Comitato di gestione che avrà sede alla Torre del Lloyd e di cui in base alla bozza approvata dal Consiglio dei ministri dovrebbero far parte solo presidente, segretario generale, presidente della Regione, sindaco di Trieste e comandante della Capitaneria di porto. «Che la sede fisica della governance sia a Trieste per noi non è un problema - rimarca Altran - è importante chi decide cosa e in sostanza che ne faccia parte un nostro rappresentante. Sull’accelerazione data da Serracchiani sono d’accordo, è importante partire presto, mettere in rete non solo i porti, ma anche gli interporti regionali per reggere e battere la concorrenza degli altri scali».
Su una linea molto simile Gianluca Madriz presidente dell’Azienda speciale per il porto di Monfalcone. «È giusto - afferma - dare una regìa unica al sistema logistico regionale che ha nel porto di Trieste la propria punta di diamante ma deve avere in quello di Monfalcone un valido alleato, oltre che un’ulteriore implementazione da parte di Porto Nogaro».
Ma ciò porterà fatalmente alla soppressione dell’Azienda speciale? «Non necessariamente - ribatte Madriz - soprattutto perché l’Azienda è proprietaria del 40% delle aree, opportunamente attrezzate, sulle quali lo scalo monfalconese si estende. Ma mi permetto di dire - aggiunge il presidente - che proprio noi dell’Azienda siamo stati lungimiranti perché ancora nel luglio scorso io personalmente ho deciso di cooptare nel nostro consiglio di amministrazione il commissario dell’Authority triestina Zeno D’Agostino, una sorta di ufficiale di collegamento con Trieste e anche grazie al suo doppio ruolo siamo stati precursori dell’Authority unica».
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