Modiano, tutto da vedere. Ma la mostra è a Bruxelles

«Non ho avuto mai alcun riscontro positivo né dal sindaco Roberto Cosolini, né dalla direttrice del museo Revoltella Maria Masau. Cortesia formale, qualche parola, poi solo silenzio».
Guidi Crechici, da anni sul ponte di comando della "Modiano", una delle più antiche e prestigiose aziende targate Trieste, commenta con queste velenose e amare parole l'ennesima migrazione forzata dalla città di una sua iniziativa editoriale, storica e culturale. Il 16 dicembre a Bruxelles sarà inaugurata nelle sale del Comitato economico e sociale europeo una mostra che ha per titolo "Arte e impresa, l'esperienza pubblicitaria della Modiano": nella stessa sede verrà contemporaneamente presentato il primo volume di un trittico dedicato ai manifesti, alla carte da gioco, ai bozzetti e alla cartine da sigarette prodotte negli stabilimenti dell'azienda triestina a partire dal lontano 1868. L'iniziativa voluta dall'associazione Giuliani nel Mondo nasce nell'ambito del semestre di presidenza italiana del Consiglio della Unione Europea.
Non è questa la prima migrazione forzosa subita dall'azienda fondata a metà Ottocento da David Saul Modiano: da tempo a Trieste i muri sono diventati di gomma e i silenzi si sono fatti fragorosi. Per dimostrarlo basta dire che una rassegna dei manifesti pubblicitari è stata ospitata con successo un paio d'anni fa a Gorizia; altre mostre a essa collegate sono approdate a Monfalcone e Romans d'Isonzo. Altre iniziative sono state portate a Fiume, dove nel 1904 iniziò a funzionare un altro stabilimento della Modiano. Ma a Trieste, in ambito pubblico, nulla è accaduto, se non l'apertura di una mostra realizzata in via Torino nella sala dell'Irci da Piero Delbello, direttore di questo istituto nonché autore della mostra e del trittico il cui primo volume sarà presentato il 16 dicembre a Bruxelles. Ecco perché Guido Crechici ha parole pesanti e amareggiate per il vuoto che le istituzioni triestine stanno riservando da tempo alla "sua" azienda. Non importa quale sia il "colore" politico delle maggioranze politiche che reggono "pro tempore" le amministrazioni pubbliche.
«Non hanno fatto quasi nulla anche se per lunghi periodi molte "vetrine" gestite dai musei comunali sono state e sono desolatamente vuote», continua Guido Crechici. «Ho l'impressione che a Trieste molti si sentano appagati e per questo non facciano nulla per fare adeguatamente conoscere e apprezzare ai cittadini e ai turisti ciò che di significativo e bello è stato è prodotto con il marchio Modiano».
In effetti la mostra di Bruxelles e il volume che le fa da catalogo compiono un excursus completo sull'attività industriale e artistica dell'azienda triestina. Cinque sono le "stazioni" su cui si focalizza il racconto: il "segno" di Modiano, arte e impresa; l'opera di Giuseppe Sigon, disegnatore e creatore dello stabilimento cromo litografico; le cartine da sigarette; le carte da gioco; l'arte del manifesto. Il libro di 224 pagine, la cui stampa in quadricromia viene completata in queste ore nello stabilimento dell'azienda posto in via Traunik, è di grandi dimensioni. Ne verranno "tirate" più di quattromila copie, frutto delle appassionate ricerche svolte dall'autore Piero Delbello negli ultimi dieci anni.
Al centro di questa ricerca - come dicevamo - il maestro pittore e litografo Giuseppe Sigon che si avvalse anche della fotografia per "comporre" le immagini dei manifesti e per realizzare numerose cartoline illustrate. Proprio sulla fotografia si concentra l'attenzione di Piero Delbello. Nessuno in precedenza lo aveva fatto e questo costituisce un ulteriore merito che va ascritto all'iniziativa di Bruxelles targata Modiano.
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