Missione cinese nel porto di Trieste. In pista il gigante Cosco

TRIESTE. Il terminal container del Molo Settimo dove arrivano due servizi settimanali diretti dal Far East oltre a una serie di servizi mediterranei, i Moli Quinto e Sesto con gli approdi Samer e Parisi ormai a maggioranza turca che costituiscono un megaterminal dell’autostrada del mare Trieste-Turchia e la Piattaforma logistica in fase di costruzione da parte del cartello Icop, Parisi, Interporto Bologna e Cosmo Ambiente dalla quale poi si staglierà il gigantesco Molo Ottavo. Sono i quattro assi che ieri pomeriggio l’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale ha letteralmente calato sotto gli occhi dell’alta dirigenza del ministero cinese dei Trasporti.
Il filo giallo che lega ormai Trieste a Pechino si è fatto così ancora più spesso. Dopo l’interesse per Trieste direttamente manifestato dal primo ministro cinese Li Keqiang al premier italiano Paolo Gentiloni e il successivo arrivo a Trieste di funzionari dell’ambasciata cinese in Italia, stavolta il blitz degli stessi vertici tecnici ministeriali non può essere fatto passare come una semplice vigilia di quello che sarà l’Implementation meeting of Eu-China maritime agreement che per questa sua quattordicesima edizione (si svolge alternativamente in Cina e in Europa) ha scelto già da qualche mese, ma evidentemente non a caso, la sede della Torre del Lloyd e che è in programma martedì e mercoledì 11 e 12 luglio.
«É l’occasione per presentare un porto dalle potenzialità formidabili – ha commentato il presidente dell’Authority Zeno D’Agostino – che finalmente siamo in grado di rilanciare e comunicare agli investitori stranieri». Dietro a questi quattro assi a mare c’è pero soprattutto la prepotente forza di penetrazione nel cuore dell’Europa che Trieste ha grazie agli ottomila treni all’anno da e per lo scalo, situazione che permetterebbe a Pechino, lanciata nella gigantesca operazione della nuova Via della seta, di raggiungere con le proprie merci le più disparate destinazioni europee. Ma questo è ancora nulla perché da qualche settimana Trieste può anche contare sull’unica free-zone continentale dove si può fare anche manipolazione e trasformazione delle merci in area extradoganale per cui anche i siti terrestri ex-Ezit diventano fortemente appetibili da parte di importanti investitori internazionali al punto che già in queste giorni le manifestazioni di interesse si stanno moltiplicando. Tutto questo è stato ribadito ieri pomeriggio dal segretario generale dell’Authority, Mario Sommariva, alla delegazione cinese che era completata anche da rappresentanti di Cosco, la compagnia marittima di Stato che ha recentemente acquisito una quota di controllo del porto greco del Pireo che dovrebbe essere la principale porta d’ingresso delle merci cinesi in Europa.
L’agenzia Agi, secondo la quale la visita di Trieste potrebbe preludere a un arrivo in Italia dello stesso ministro cinese dei Trasporti, rileva però che Cosco ha fatto investimenti anche sui porti di Gwadar che, guarda caso, sorgerà all’interno di un’area di libero scambio in Pakistan, e di Colombo, mentre nel corso degli anni ha manifestato interesse per i porti turchi, per lo scalo cipriota di Limassol, e per alcuni porti italiani come quello di Vado Ligure, di cui dall’anno scorso detiene una partecipazione del 40%. Cosco gestisce anche una delle due linee container che dal Far East toccano Trieste in joint venture con Cma-Cgm, Evergreen e Oocl nel cartello Ocean Alliance. Ed è notizia di ieri, come si legge a parte, l’acquisizione da parte di Cosco della stessa Oocl il che le permette di divenire la terza compagnia a livello mondiale dietro solo a Maersk e Msc.
Oggi invece si apre il meeting. Siglato nel 2002, l'accordo di settore Ue-Cina intende migliorare nell’interesse degli operatori economici delle parti le condizioni nelle quali si svolgono le operazioni di trasporto marittimo di merci destinate e provenienti dalla Cina.
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