Miramare, la Soprintendenza sfratta il Wwf dal Castelletto

La concessione scade il 30 giugno 2015 ma gli ambientalisti rilanciano: «Vogliamo le nuove serre» Caburlotto: «Edificio parte del percorso museale»
Di Fabio Dorigo
Lasorte Trieste 31/12/12 - Castello di Miramare
Lasorte Trieste 31/12/12 - Castello di Miramare

Avviso di sfratto per il panda dal Castelletto di Miramare. Dopo oltre vent’anni di residenza. La Soprintendenza per i beni culturali vuole riprendere pieno possesso del “Gartenhaus”, lo storico edificio a due piani in stile eclettico opera di Carl Junker come il Castello di Massimiliano e Carlotta. «Il 30 giugno 2015 scadrà la concessione del castelletto alla Riserva Marina. Il Wwf ha avuto una lunga concessione senza canone. Ora stiamo cercando con i responsabili della riserva di trovare un posto alternativo all’interno del parco», spiega il soprintendente Luca Caburlotto. Una separazione non facile e per ora non consensuale. Una partita tra ministeri ancora tutta da giocare: da una parte i Beni culturali e dall’altro l’Ambiente. «La Riserva marina è parte integrante del parco di Miramare» spiega il direttore Maurizio Spoto. «L’anno scorso la Soprintendenza ci ha chiesto di liberare il primo piano del Castelletto dove c’erano gli uffici della Riserva marina. Noi siamo dentro a titolo gratuito perché nel 2001 abbiamo speso due miliardi e mezzo di lire per mettere a posto il Castelletto che era in totale rovina (pioveva dentro). I fondi sono stati messi dal ministero dell’Ambiente. E il Wwf opera nell’area marina protetta su delega del ministero dell’Ambiente. All’interno di Miramare svolge un servizio di tipo pubblico». Il trasloco del panda, insomma, non sarà semplice. Al piano terra del castelletto ha sede il Centro Visite, della Riserva Marina: una serie di ambienti moderni e luminosi riproducono gli ambienti dell’area marina protetta: ci sono gli acquari e una vasca tattile dove è possibile toccare alcune specie di invertebrati marini. Lo spazio seminterrato del Castelletto è invece adibito a spazio educativo e didattico: vi ha sede la biblioteca e i laboratori di biologia marina frequentati dalle scuole (15mila all’anno). «In tutti questi anni - rincara il Soprintendente - Il wwf ha avuto il vantaggio di poter usare un luogo prestigioso e molto bello. Sappiano che è stato recuperato con i fondi del ministero dell’Ambiente e che la manutenzione nel tempo è stato corretta e regolare. Resta il fatto che si tratta di un bene storico e artistico che merita di far parte del complesso museale di Miramare. Teniamo conto che al piano di sopra ci stanno ancora gli arredi originari che Massimiliano d’Asburgo fece trasferire da Villa Lazarovich, la sua prima residenza, sul colle di San Vito. Il Castelletto fu la prima abitazione di Massimiliano e Carlotta. Nel castello di Miramare, si sa, ci sono stati ben poco». La storia di Miramare si intreccia con quella del Castelletto. Fu lì che, tra la fine del 1866 e l’inizio del 1867, impazzì Carlotta.

La riconquista del Castelletto da parte della Soprintendenza è partita dal primo piano. «Noi non vogliamo andar via. Sia chiaro. Finora si è parlato solo di trasferire gli uffici. Non è stato deciso nulla», mette le mani avanti il direttore della Riserva Marina. «Il codice dei beni culturali, tanto più per quelli di proprietà statale, dà la prevalenza alla fruizione del pubblico. L’offerta museale di Miramare va allargata. Al Wwf noi abbiamo già offerto altre soluzioni all’interno del parco», spiega Caburlotto. E in effetti al Wwf è stata offerta un edificio storico dentro il parco, villa Radonetz, situato nella parte alta del parco, verso via Beirut, l’abitazione del direttore di corte di Massimiliano, il capitano di fregata Eduard Radonetz. «Stiamo valutando con il ministero dell’Ambiente questa possibilità che però è costosa - rivela Spoto -. L’edificio è completamente da restaurare».

Il contenzioso è aperto. Ed è approdato a Roma. La “quadra” deve essere trovata tra il ministero dell’Ambiente e il ministero dei Beni culturali. «Un tavolo tecnico sta verificano la possibilità di una collaborazione tra l’area marina e il parco di Miramare per la sua valorizzazione», spiega Spoto. Visto gli episodi recenti di degrado qualcuno ha pensato addirittura di affidare la gestione del parco al ministero dell’Ambiente. «In questo senso - aggiunge il direttore della Riserva marina - abbiamo proposto di occupare le serre nuove, quelle dei giardinieri, per un trasferimento del centro visite». Il motivo? Non solo naturalistico. «Su quelle serre c’è un finanziamento della Regione di 600mila euro per la costruzione di un centro didattico», spiega Spoto. In questo caso potrebbe essere naturale la convivenza (da separati in casa) all’interno del Castelletto: primo piano alla Soprintendenza e piano terra con gli acquari alla Riserva naturale del Wwf. «Sarebbe la soluzione migliore» assicura il direttore della Riserva marina. Il panda a Miramare, insomma, è tutt’altro che in via di estinzione.

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