Meri e il piccolo “Ruggine” rinati dal coma e uniti dal destino
CORMONS Questa è una storia di tenacia, destino e soprattutto amore. I protagonisti sono un gattino di poco più di due mesi, Ruggine, e la sua nuova padroncina, una ragazza triestina dal cuore grande: il suo nome è Meri Perti. Tutto inizia nello scorso novembre, quando Ruggine, scricciolo arancione, ha pochi giorni di vita. Stremato, a un passo dalla morte, viene trovato a Cormons nel piazzale degli Alpini dai volontari dell’associazione Zampette Cormonesi: le sue condizioni sono gravissime.
«Non sapevamo se ce l’avrebbe fatta – racconta il presidente del sodalizio, Stefano Zanuttin – è stato ricoverato alla clinica Timavo di Monfalcone: gli operatori sono stati bravissimi, e Ruggine ha avuto una voglia di vivere incredibile. È riuscito a sopravvivere dopo essere rimasto 12 giorni in coma». Un dettaglio, quest’ultimo, molto importante in questa storia. «Ruggine – dice Zanuttin – ha superato alcuni attacchi epilettici, è rimasto cieco e parzialmente sordo, ma nonostante tutto ce l’ha fatta. Una volta che si è ripreso abbiamo cercato di trovargli una casa. Dopo l’appello sui social almeno cento persone da tutta la regione volevano prendersi cura di lui. Essendo cieco e rimasto privo di mamma praticamente da subito, non ha mai imparato a fare i suoi bisognini nella lettiera. Pian piano sta imparando come comportarsi anche in questi frangenti, è un micino meraviglioso. Prenderlo in carico però non è come avere un qualsiasi altro gatto: servono molte più attenzioni». Ed è qui che entra in scena Meri: «Tra le centinaia di persone che si erano interessate a Ruggine siamo rimasti colpiti dalla sua vicenda personale».
Sì, perché il destino ci ha messo lo zampino: Meri, promessa dello sci regionale, a 16 anni, nel gennaio 2008, durante un allenamento rimane gravemente ferita in una caduta. Entra in coma. Ci rimarrà, proprio come Ruggine, 12 giorni. Ma poi riuscirà a recuperare con grande forza d’animo. Oggi è una sportiva amatoriale (ha una grande passione per il ciclismo e nel 2020 ha percorso in sella alla sua bicicletta oltre 9 mila chilometri) e un’insegnante di sci: «Trasmetto ai giovani il mio amore per questa disciplina – racconta – da ragazzina ebbi questo brutto incidente che mise fine alla mia attività agonistica ma non ho mai pensato di mollare. Ho sempre avuto la voglia di ricominciare. Per questo quando sono venuta a sapere della vicenda di Ruggine sono stata come folgorata: da tempo volevo un gattino, quando ho saputo che entrambi avevamo avuto un vissuto simile ho capito che era lui che stavo cercando. Le sue difficoltà quotidiane? L’invalidità è solo negli occhi di chi la vuole vedere. Ruggine è dolcissimo e affettuosissimo, in questi primi giorni mi segue ovunque, ha tanto bisogno di sentire il contatto. E la pazienza non mi manca». —
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