Mascherine vendute a prezzi “stellari” a Trieste: scatta il blitz alla farmacia Neri

Per la Procura il titolare avrebbe speculato offrendo a 120 euro prodotti acquistati a 22. La replica: «Nessuna irregolarità»
Lasorte Trieste 17/03/20 - Piazza S.Antonio, Via Dante, Farmacia Neri
Lasorte Trieste 17/03/20 - Piazza S.Antonio, Via Dante, Farmacia Neri

TRIESTE La Procura di Trieste indaga sul cinquantanovenne Andrea Neri, titolare della farmacia di via Dante Alighieri, all’angolo con piazza Sant’Antonio. Secondo l’accusa l’imprenditore avrebbe speculato sulle mascherine usate da cittadini e personale sanitario per proteggersi dal contagio.

Neri – è la contestazione mossa dagli inquirenti – ha comprato a febbraio una maxi fornitura da 150 mila unità; una parte l’ha poi rivenduta a un prezzo più alto rispetto a quello di acquisto. Eccessivamente alto, secondo la Procura. Un’accusa respinta dal farmacista che, contattato, alla presenza del suo avvocato Riccardo Seibold chiarisce di non aver strumentalizzato a proprio vantaggio la situazione di emergenza. Anzi, rilancia, «ho messo a disposizione il materiale, che ho anche regalato, per gli enti sanitari e la Protezione civile».

Si tratterebbe, comunque, dell’unico caso specifico a Trieste finito al momento sotto la lente degli inquirenti e con potenziali risvolti penali. Il reato è quello previsto dall’articolo 501 bis (manovre speculative su merci), e chiama in causa «chiunque compie manovre speculative ovvero occulta, accaparra o incetta materie prime, generi alimentari di largo consumo o prodotti di prima necessità in modo atto a determinarne la rarefazione o il rincaro sul mercato interno». Un reato punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa da 516 euro a 25.822 euro. La condanna comporta l’interdizione dall’esercizio commerciale per la quale sia richiesto uno speciale permesso o una speciale abilitazione, autorizzazione o licenza da parte dell’autorità.

La farmacia è stata perquisita nei giorni scorsi su indicazione del procuratore capo Carlo Mastelloni e del pm Federico Frezza. A far partire le verifiche un esposto presentato dall’Ordine dei farmacisti su un presunto comportamento scorretto di Neri.

Gli inquirenti hanno passato al setaccio scontrini e fatture. Dagli accertamenti è stato riscontrato l’acquisto delle 150 mila mascherine, pagate 55 mila euro e 500 euro (67 mila e 700 con l’Iva). A conti fatti un costo di 0,37 euro l’una (0,44 euro con l’Iva). Stando ai controlli degli inquirenti, Neri ha poi rivenduto le mascherine a 2,40 euro l’una. Le confezioni da 50 pezzi nel suo negozio si trovavano quindi a 120 euro, mentre il farmacista le aveva pagate 22 euro, iva compresa. Il prezzo finale quindi era sei volte superiore. Questo è accaduto per un totale di almeno 44 confezioni.

Per altre due volte - tra il 25 e il 28 febbraio secondo gli inquirenti - il materiale è stato venduto addirittura al prezzo di 190 euro a confezione. Successivamente il farmacista ha poi abbassato a 50 euro il prodotto, anche dopo le segnalazioni di giornali e tv su un’indagine a Trieste.

Accertamenti, sempre nella farmacia di via Dante, sono state fatte pure su un’altra fornitura di mascherine, questa volta 15 mila pezzi del modello FFtp2, pagate 58 mila 500 euro (oltre a 17 mila 366 per Iva e dazio). In questo caso il materiale era costato 100 euro a confezione (da 20 unità) e rivenduto ai clienti a 190 euro. Il prezzo sarebbe stato applicato sia in febbraio che in marzo.

Neri, da parte sua, ribatte punto su punto alle ricostruzioni degli inquirenti. «L’acquisto è stato fatto tra il 18-19 febbraio, quando cioè in Italia c’erano solo due casi di coronavirus, nella prospettiva di proteggersi. Sono riuscito a trovare una fonte di approvvigionamento che ha imposto quantitativi ingenti. La Procura – continua– ha in mano i documenti relativi alle cessioni dei prodotti, cioè sia scontrini sia fatture visto che buona parte del materiale l’ho fornita a enti e ospedali». La contestazione, aggiunge il farmacista, «riguarda solo una minima quantità relativa a un limitato periodo: un giorno e mezzo, forse due, in cui era stato fissato un prezzo sulla base di quello che pareva essere il mercato. Il prezzo medio di vendita successivo, infatti, è stato sotto ai 50 euro per confezione. La farmacia è riuscita meritoriamente a recuperare le mascherine che sono state distribuite sul territorio, con la massima equità. A noi si sono rivolti anche il Cro, la Croce Rossa, l’Itis e la Protezione civile. Una parte è stata donata». —


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo