Martina, l'ingegnere civile con la passione del fischetto

 Logistica e trasporto ferroviari gli obiettivi di Martina Zonta, che nel tempo libero si diverte facendo l’arbitro di calcio

TRIESTE Studia Ingegneria civile, nel tempo libero fa l’arbitro di calcio e opera nelle squadre della Protezione civile come volontaria. Il suo futuro la venticinquenne Martina Zonta lo vede tra i mezzi di trasporto.

Ha appena concluso la triennale in Ingegneria civile, che cosa fa ora?

Sto seguendo la magistrale, indirizzo Infrastrutture e trasporti.

Come mai ha scelto proprio questo percorso?

Costruzioni e trasporti era quello che mi piaceva di più sin da quando ho terminato il liceo.

Perché proprio l’Università di Trieste?

Il curriculum che ho scelto non è molto diffuso in altri atenei.

All’estero andrebbe?

Volevo fare l’Erasmus ma l’università italiana per quanto riguarda Ingegneria ci prepara molto bene. I programmi, rispetto all’estero, dove molte nozioni sono pratiche, sono molto teorici ma aprono la mente. In un Paese straniero mi piacerebbe fare il tirocinio o la tesi.

Che cosa vorrebbe fare in futuro?

Vorrei lavorare con i mezzi di trasporto, in particolare nei Paesi del Nord, dove c’è l’opportunità di sviluppare l’integrazione tra le diverse modalità di trasporto. Vedi Amburgo: lì c’è una grande connessione tra porto e ferrovia.

Ora anche Trieste…

Vero, al liceo avevo vinto un concorso letterario in cui si parlava di quale sarebbe stato lo sviluppo per Trieste: io avevo trattato proprio il tema del porto perché per me era sinonimo di sviluppo per la città.

Rimarrebbe nel capoluogo giuliano?

La mia vita fra dieci anni la vedo qui, non so però se Trieste mi vorrà così bene da tenermi.

In quale realtà le piacerebbe lavorare?

Ho un amico che lavora alla Illy, si occupa di logistica per la gestione dello stock. Ecco, sarebbe il lavoro ideale, così come operare in porto o per le ferrovie nell’ambito triestino. Mi sono molto appassionata al funiviario inoltre, è stato il primo esame che ho dato poco dopo essermi laureata. Però in questo caso si tratterebbe di trasferirsi in Alto Adige.

Com’è essere un ingegnere donna?

Io faccio anche l’arbitro di calcio, sono una delle pochissime ragazze in regione, e sono pure volontaria nella Protezione civile, dove le quote rosa sono molto ridotte. Entrambi sono ambienti che mi hanno aiutato a sviluppare un certo carattere e a saper rapportarmi con gli altri.

Tirocini?

Ne ho fatto uno in Porto, nel cantiere della piattaforma logistica inerente la sicurezza.


 

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