Maestra accusata di maltrattare gli alunni

Il caso alla scuola elementare Venezian di Prosecco, chiesto il rinvio a giudizio dal pm. Undici le parti offese
Di Corrado Barbacini
Lasorte Trieste 11 06 05 - Prosecco - Scuola Elementare Venezian
Lasorte Trieste 11 06 05 - Prosecco - Scuola Elementare Venezian

È accusata di maltrattamenti continui e ripetuti nei confronti di undici alunni della scuola elementare Venezian di Prosecco. Angherie, insulti, ma anche azioni violente, sostiene l’Accusa. Durante una lezione, sta scritto negli atti, ha afferrato la testa di una bambina e l’ha girata bruscamente verso un’altra insegnante che le stava parlando. Oppure quando ha strattonato per un braccio un alunno autistico che doveva assistere in qualità di insegnante di sostegno.

Si chiama Sara Redivo e ha 46 anni. È difesa dall’avvocato Gianfranco Grisonich che ieri era irreperibile. Il pm Massimo De Bortoli ha chiesto il rinvio a giudizio per la maestra. Accusa: maltrattamenti continuati nei confronti di undici alunni della Venezian che le erano stati affidati per ragioni di educazione e vigilanza e che, secondo le indagini dei carabinieri di Prosecco, hanno vissuto in un continuo stato di disagio, di paura e di spavento.

Una situazione tale che, sempre secondo le indagini, ha provocato in alcuni di essi una serie di modificazioni comportamentali. Dalla pipì notturna alle crisi di pianto con l’implorazione ai rispettivi genitori di cambiare scuola. Insomma improvvisi e profondi segnali di avversione verso la scuola stessa con la comparsa di evidenti atteggiamenti aggressivi e di forte nervosismo in bambini abitualmente sereni. Tutto è accaduto nell’anno scolastico 2011-2012. Ma c’è di più. Secondo il pm De Bortoli l’insegnante, che si occupava di un bambino affetto da autismo, lo redarguiva con toni e sguardi minacciosi, spesso ingiustificatamente. E riguardo ai compagni li costringeva a perdere parte della ricreazione uscendo in ritardo dall’edificio, obbligandoli anche a portarle in visione il loro diario.

Nelle denunce presentate ai carabinieri riguardo all’insegnante finita nel mirino per maltrattamenti compaiono testimonianze di frasi che sicuramente non possono essere prese ad esempio di educazione. Una volta ha affermato: «L’avevo detto io già dal secondo giorno di scuola che voi siete inutili». Poi al bambino autistico Sara Redivo aveva assegnato dei compiti a casa inaccessibili per le sue conoscenze, mentre - questo emerge dalle denunce - gli altri affrontavano compiti di livello ben inferiore. In un’altra circostanza dopo aver detto al bambino «Se ti comporti bene ti riporto in classe» ha subito cambiato idea: «Se ti comporti bene rimaniamo in auletta separata». E ancora, durante una gita, l’insegnante ha minacciato il bambino autistico di riportarlo nella scuola se avesse continuato a mantenere alcuni comportamenti causati dal suo handicap che - evidentemente - l’insegnante riteneva inadeguati. Nell’elenco compaiono altri episodi che presi singolarmente non dicono molto ma che nella loro globalità - secondo la procura - rappresentano appunto un atteggiamento configurato nel reato di maltrattamenti. Come quando Sara Redivo aveva fatto energicamente tacere un bambino che l’aveva ingenuamente invitata a ridere. Gli ha ordinato: «Stai zitto». È anche accusata di aver bestemmiato e di essersi espressa di fronte ai piccoli con termini impronunciabili. In un’altra circostanza ha sferrato un calcio alla cartella del bambino autistico che era rimasto nell’aula alla fine delle lezioni. Poi quando i genitori sono andati a scuola per lamentarsi dell’accaduto ha cercato di convincerlo a negare l’evento. L’ultimo episodio è ancora più paradossale. Ha sgridato un bambino colpevole di aver terminato i compiti prima dei suoi compagni di classe perché stava aspettando che gli altri finissero. Nella richiesta di rinvio a giudizio di Sara Redivo sono state identificate dai carabinieri che hanno svolto le indagini ben undici parti offese. Si tratta praticamente dell’intera classe che era stata affidata all’insegnante ora sotto accusa da parte del pm Massimo De Bortoli. Per ogni minorenne, come prevede il codice, è stato individuato un genitore che lo rappresenta. Tra le fonti di prova oltre alla segnalazione dei genitori del bambino autistico ci sono alcune informative dei carabinieri che nel corso del 2012 e dei primi mesi del 2013 hanno effettuato una approfondita indagine. Lo scorso 19 luglio è stata interrogata l’insegnante.

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