L'omaggio del 95enne Bressanutti alla “sua” Bisiacaria VIDEO

L’ultima produzione dell’artista novantacinquenne parte proprio dallo spazio espositivo di piazza Dante 
Bonaventura Monfalcone-08.03.2018 Aldo Bressanutti-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-08.03.2018 Aldo Bressanutti-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

L'artista 95enne Aldo Bressanutti racconta Trieste e la "sua" Bisiacaria

STARANZANO. È il personaggio simbolo della Bisiacaria artistica il pittore Aldo Bressanutti che, alla veneranda età di 95 anni, si presenta di nuovo al pubblico con la sua ultima produzione composta da 15 opere inedite dal titolo “Reminiscenze”. Sono memorie, ricordi, particolari della sua vita e dei territori vissuti che, per meglio conservarli, li trasferisce di getto nei suoi quadri dal surrealismo alla realtà, molto elaborati e curati nei minimi particolari.

Bonaventura Monfalcone-08.03.2018 Aldo Bressanutti-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-08.03.2018 Aldo Bressanutti-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura


Non finisce mai di stupire, infatti, il suo inesauribile talento perché è come un vulcano creativo in continua evoluzione, una macchina che non si ferma mai. Bressanutti di origine friulana è a Monfalcone da 40 anni ed è uno dei più eminenti artisti della Regione, un pezzo di storia dell’arte contemporanea. La mostra in programma fino al 31 marzo, è solo un assaggio della sua imponente produzione che propone nello spazio espositivo della Pro loco in piazza Dante a Staranzano, un paese a cui ha voluto dedicare l’evento e mostrare la gratitudine poiché da anni lo accoglie come un suo pupillo. La stessa mostra è già prenotata dal 7 aprile (vernice alle 18) e per due settimane alla Galleria d’Arte Rettori Tribbio 2 di Trieste (alle spalle di piazza Unità), «in quanto – dice l’artista – in 70 anni di pittura ho voluto fare un omaggio al capoluogo giuliano dove sono conosciuto in particolare per le opere dedicate a Cittavecchia». Ha reso immortali tante vedute di Trieste, visioni ambientali che oggi non esistono più e centinaia di interni di antichi palazzi del centro storico.

Con il pubblico, poi, l’artista ha un amore infinito. Piace lo stile, l’estro, i colori e l’idea trasferita su tela che riesce subito a comunicare. Nella mostra quasi tutti i quadri esposti “li dipingo in dialetto e quindi li intitolo in dialetto” spiega Bressanutti che ci accoglie nel suo studio in grembiule blu pennellato di tanti colori e tra una marea di quadri. Tra le opere che verranno esposte ci mostra “Aldo, el pitor” (cioè lui, l’autore), poi una scena in cucina con “Fenoci e masinin” e “La Stua” e “La Cogoma blu”, “El Piter in suasa”, poi “Al Verde”, un angolo dedicato ai bambini con giocattoli, “El Pianer” e “Strafanici” con diversi oggetti appoggiati su un cassone di legno come una padella, una brocca, una scatola e un vecchio ferro da stiro che si scalda con la carbonella. La sua esperienza surrealista, come dice la critica d’arte Marianna Accerboni, «ha soluzioni parallele e comuni a quelle di Dalì, Magritte, De Chirico. Pittori che Bressanutti neppure conosceva negli anni Cinquanta quando aveva incominciato nel 1946».

Autore di sei libri sul Friuli Venezia Giulia e sull’Istria, Bressanutti ha realizzato circa 1.200 opere tra disegni, acqueforti e dipinti. Ha esposto i suoi quadri a numerose rassegne personali e collettive in Italia e all’estero in Inghilterra, Germania, Canada, Australia e Austria. Inoltre è autore di numerose copertine di libri e riviste d’arte, di inserti, poster e manifesti. Ha avuto il raro privilegio di una tesi di laurea all’Università di Trieste volta a indagare il suo profilo artistico.

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