L’impresa secondo le donne: sì al fare rete, no alla burocrazia
TRIESTE Un futuro con meno burocrazia, con piccole e medie imprese che fanno squadra, in cui il porto di Trieste avrà un ruolo fondamentale. Questi alcuni dei temi emersi dalla tavola rotonda tutta al femminile moderata dal vicedirettore de Il Piccolo Alberto Bollis, che ieri nell’evento di Top 500 ha intervistato l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen, la presidente di Friulia Federica Seganti, Gabriella Chiellino presidente di Eambiente Group, Michela Cattaruzza amministratore delegato di Ocean Srl e Michela Cecotti amministratore unico della Sultan.
Parlando dei dati presentati poco prima, Seganti ha sottolineato come il Friuli Venezia Giulia «sia un territorio dinamico e reattivo agli stimoli internazionali. Nel 2009, anno della crisi, il totale degli apporti finanziari alle imprese del sistema bancario dell’area euro si è ridotto del 10%, mentre in Italia del 25%. Senza i capitali non si investe e non si produce. Friulia oggi può continuare a supportare le imprese che devono però guardare anche alle acquisizioni e questo rende meno difficile la crescita».
Rosolen ha annotato come «la politica per molti decenni ha ignorato, o cercato di nascondere sotto il tappeto, situazioni che non sono mai state risolte, ma solo tamponate. Il fatto che le crisi siano esplose in maniera contestuale dimostra che la colpa non è stata solo della politica, ma anche di un tessuto imprenditoriale e cittadino che non ha saputo trovare le risposte alternative». Ricordando le crisi aperte da tempo come Burgo, Sertubi e Ferriera, l’assessore ha evidenziato la necessità di «guardare avanti cercando di fare politica rispetto allo sviluppo del territorio e le opportunità che le crisi stanno portando: penso alle crociere, oggi un’occasione. La politica però non deve affrontare i singoli temi, dobbiamo affrontare le questioni in modo coordinato così come nell’ultimo anno quando abbiamo promosso norme che guardano avanti».
E le imprese? Eambiente group, con base in Veneto, opera alla Piattaforma logistica di Trieste. Chiellino ha parlato di «un’area che ci ha dato una forte crescita e può diventare un punto di riferimento della logistica portuale. Oggi grazie anche alla collaborazione con l’Università di Trieste siamo diventati un centro importante, quello che mi piacerebbe è fare rete: per le Pmi è l’unico sistema per poter essere realmente competitivi. Nel campo ambientale è poi fondamentale il rapporto col pubblico e in questo senso è necessario che i tempi per le autorizzazioni siano molto più rapidi».
«Lo diceva Einaudi nel 1915 - così invece Cattaruzza - il porto di Trieste non può prescindere dall’essere punto di riferimento dell’entroterra, altrimenti diventerà un porto di pescatori. Oggi questo sviluppo è stato valorizzato e Trieste è un brand che sta crescendo in modo importante dando lavoro al 12% della popolazione e rappresentando il 9% del Pil».
Cecotti ha ripercorso la vita della Sultan, società attiva nell’indotto Fincantieri nella carpenteria metallica, «che ha dovuto puntare molto sulla ricerca. Due i punti fondamentali per riuscire a restare sul mercato: innovazione in termini di processo, di struttura aziendale e prodotto offerto; e capacità di fare rete collaborando con altre piccole imprese. Fincantieri ha aperto il mercato, noi dobbiamo essere capaci di cogliere l’occasione tramite l’innovazione». Le difficoltà di essere donne in un mondo di uomini? La risposta tombale è stata data da Cecotti: «Ogni volta che ho avuto a che fare con persone intelligenti non ho avuto mai alcun problema». —
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