L’importanza di ridare slancio alla campagna vaccinale

Omar Monestier
ANSA/LUCA ZENNARO
ANSA/LUCA ZENNARO

GORIZIA Gli spazi si restringono, i messaggi iniziano a perdere di mordente e il meteo non aiuta. Soprattutto, la linea del Governo e dell’Amministrazione regionale non cambia. L’ordinato corteo di Gorizia e i sit-in di ieri a Udine e di oggi a Pordenone e a Trieste vedono affastellarsi sempre le stesse facce. La platea dei contestatori non si allarga, il consenso popolare nei loro confronti non cresce. Lungo i nostri confini la situazione peggiora giorno dopo giorno. Germania, Austria, Slovenia: non c’è un Paese che si salvi. Quanto manca a noi?

Stando a un sondaggio di Demos il 78% degli italiani è a favore del Green pass e solo il 18% è contrario. Interessante è il dato sugli elettori della Lega: 9 su 10 sono favorevoli, mentre in Fratelli d’Italia siamo arrivati a 6 su 10. L’orientamento dei simpatizzanti dei principali partiti del centrodestra sta cambiando anche in Friuli Venezia Giulia che si conferma come una delle regioni più resistenti a ogni forma di campagna vaccinale. Sulle cause di una così vasta diffidenza s’è scritto molto.

Che cosa fare adesso? Mai come ora è necessaria una larga ed efficace campagna di informazione sulla pandemia e sui vaccini. Dobbiamo tornare a incrociare i volti dei riottosi e far vedere loro i reparti pieni, i medici in affanno, gli infermieri prostrati. Il presidente Massimiliano Fedriga ha usato parole forti contro le fake news che intasano anche i suoi profili social. Con tutte le rappresentanze del nostro territorio potrebbe osare, spingersi oltre, di nuovo. Ci siamo arresi alla convinzione che una parte non trascurabile di nostri concittadini sia irrecuperabile al vaccino e forse è tempo di riconsiderare una simile posizione. Strumenti nuovi e luoghi differenti per fornire la prima dose sono ancora necessari. Gli hub aziendali vanno riaperti, ad esempio, non smantellati. Sarebbe un segnale. —

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