Liberalizzazioni, in arrivo 14 nuove farmacie

Si aggiungeranno agli attuali 61 punti vendita già presenti in provincia di Trieste. Federfarma: «Ma il territorio è già coperto»
Il raccoglitore di monete con la scritta: ''1936,27 buoni motivi per donare le vecchie lire e combattere la poverta''', l'iniziativa promossa dalla Caritas nelle farmacie a Torino, 5 Dicembre 2011..ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
Il raccoglitore di monete con la scritta: ''1936,27 buoni motivi per donare le vecchie lire e combattere la poverta''', l'iniziativa promossa dalla Caritas nelle farmacie a Torino, 5 Dicembre 2011..ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Quattordici farmacie in più nella provincia di Trieste. Il vento delle liberalizzazioni porterà cambiamenti sostanziali anche nella nostra città. A cominciare proprio dal numero delle farmacie: ce ne sarà una ogni 3 mila abitanti.

I criteri di assegnazione delle nuove licenze fino ad oggi prevedevano si potesse aprire un punto vendita ogni 4 mila abitanti per i comuni sopra i 12.500 residenti, mentre per le realtà di popolazione inferiore il limite era di uno ogni 5 mila abitanti.

Con i nuovi criteri previsti dal governo Monti, invece, il numero delle farmacie nella nostra provincia passerebbe così da 67 (sette sono quelle definite “rurali” e presenti nei comuni minori) a 81. Un impatto notevole su un territorio limitato come quello triestino, tra l’altro caratterizzato anche da otto parafarmacie.

Ma dove potrebbero aprire le nuove farmacie? Qual è l’area cittadina meno servita? «Nessuna, il territorio è già capillarmente coperto – sostiene Alessandro Fumaneri, presidente regionale di Federfarma – al punto che, a differenza di altre città italiane, Trieste non ha registrato l’apertura di tantissime parafarmacie».

Le licenze vengono assegnate tramite concorsi pubblici regionali per titoli che, in teoria, dovrebbero essere svolti ogni due anni, ma in moltissimi casi si arriva ad attese anche ultra-decennali. Tra i titolari delle farmacie oggi presenti a Trieste sarà inevitabile una sorta di guerra per far aprire una nuova realtà il più lontano possibile dal proprio esercizio.

Dando un’occhiata alla distribuzione delle farmacie oggi presenti in provincia di Trieste è veramente difficile trovare una zona non servita. In centro ci si imbatte in una farmacia ogni 400-500 metri. E anche chi abita nei rioni non si può certo lamentare. Quattro farmacie servono San Giacomo, due Roiano, altre due San Giovanni, una Barcola.

Secondo Fumaneri quattordici farmacie in più nella provincia di Trieste non porteranno ad un aumento dei posti di lavoro e un miglioramento del servizio offerto al cittadino. «Gli utenti resteranno sempre gli stessi – avverte – il fatturato verrà spalmato tra più imprese come pure il numero dei dipendenti. Inoltre – sottolinea - un aumento del numero degli esercizi così significativo porterà ad un inevitabile diminuzione dei servizi offerti dai farmacisti». Rivoluzione in arrivo anche per turni e orari di apertura che potranno essere prolungati a discrezione del titolare. Ma concorrenza vorrà dire anche sconti, da praticare sui medicinali pagati direttamente dai cittadini.

Laura Tonero

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