L’Expo del caffè a Trieste diventa “mini”
Un caffè ristretto. L’apertura della mostra al Salone degli incanti, collegata all’Expo, con tanto di retrospettiva sul ciclo chicco-tazzina, slitterà. Non più maggio, come nelle previsioni, ma luglio. Con chiusura confermata a novembre. Questione di visibilità: il via coinciderebbe con l’inizio del mega evento milanese.
La manifestazione triestina rientra nel protocollo d’intesa firmato l’altro ieri nel capoluogo lombardo tra il Commissario unico del governo per la rassegna internazionale, Giuseppe Sala, il presidente e Ceo di Illycaffè Andrea Illy, la governatrice Debora Serracchiani, il sindaco Roberto Cosolini e il presidente della Camera di Commercio Antonio Paoletti.
L’accordo “Trieste Capitale del Caffè” punta a favorire la valorizzazione commerciale e culturale del prodotto e, insieme, della città. Non poteva quindi mancare un appuntamento di ampio respiro nel capoluogo. Che, con il suo porto, importa il 30% del caffè italiano e coinvolge una cinquantina di imprese per un totale di 1000 addetti e 500 milioni di fatturato.
La manifestazione all’ex Pescheria è finanziata dalla Regione con un contributo di 500 mila euro assegnato alla Camera di Commercio; anche il Comune fa la sua parte ma il fondo investito è top secret visto che il contratto di progettazione deve ancora essere sottoscritto. L’iniziativa ripercorrerà il ciclo di produzione, dalla pianta al consumo finale, oltre che tutta la portata storica e creativa connessa. Una sorta di evento “satellite” dell’Expo di Milano che, al tema, dedica un padiglione di oltre 4 mila mq. Un “cluster” curato da Illycaffè.
Ma organizzare la mostra al Salone degli Incanti a maggio, stando ai ragionamenti degli addetti ai lavori, avrebbe creato uno sfavorevole incrocio di eventi. «Una sovrapposizione con l’Expo – osserva l’assessore alla Cultura Paolo Tassinari – avrebbe bruciato il mercato e la comunicazione, visto che sono tutti concentrati su quello. È chiaro che in un quadro del genere nessuno avrebbe guardato a Trieste. Poi a inizio luglio c’è anche Its, quindi per questo abbiamo spostato. Il nostro evento comunque è importante – puntualizza l’assessore – c’è un progetto, in corso di definizione, con contenuti ideati da Illycaffè e collegati a quanto viene organizzato nel padiglione di Milano».
«Ci saranno le attrezzature per documentare il ciclo produttivo e le ambientazioni che rimandano anche alle altre capitali, come Vienna, Budapest e Praga, con spazi video di documentazione. Non mancherà l’angolo per la degustazione. Si tratta di un’apertura prolungata – aggiunge – quindi non ci vedo alcun problema. Anzi, più che uno slittamento vero e proprio dell’inizio, parlerei di una ridefinizione delle date. La nostra intenzione – conclude Tassinari – ha l’obiettivo di valorizzare fino in fondo qualcosa di cui a Trieste dobbiamo andare fieri».
Roberto Morelli, responsabile del progetto all’Expo per Illycaffè e direttore del padiglione tematico a Milano, conferma: «Il mese di maggio non era il momento migliore per ottenere la massima visibilità per Trieste, in una collocazione decentrata. La decisione – spiega – è stata assunta dal Comune anche in considerazione della presenza di Its, che ha bisogno di un sito libero. Non avrebbe avuto senso e sarebbe stato dispendioso prima allestire, poi interrompere e quindi riprendere la manifestazione sul caffè nell’ex Pescheria. Questo sì che avrebbe creato un aggravio di costi e problemi logistici.
«Va rimarcato - evidenzia Morelli - che la città potrà presentarsi con il logo Expo. Oltre al fatto che, finito l’evento a Milano, l’azienda ha in progetto di donare a Trieste quanto più possibile del materiale contenuto nel padiglione. Ciò a favore del futuro museo del caffè, in un sito che andrà individuato». Due le ipotesi: Porto Vecchio e Palazzo Carciotti.
Riproduzione riservata © Il Piccolo