L'ex senatore Budin alla presidenza dello Stabile di prosa

Oggi l’indicazione di Cosolini verrà ufficializzata durante l’assemblea dei soci L’esponente del Pd va a occupare al Rossetti la casella lasciata libera da Peroni
sterle trieste 27 03 08 teatro rossetti spettacolo regia di elisa
sterle trieste 27 03 08 teatro rossetti spettacolo regia di elisa

Il nome a sorpresa. Inatteso sì, ma certo tutt’altro che sconosciuto. L’ex sottosegretario al Commercio internazionale nel secondo governo Prodi (fra il 2006 e il 2008), già senatore dei Ds nella precedente legislatura, storico esponente della comunità slovena a Trieste, componente nell’assemblea provinciale del Pd, Milos Budin, si appresta a diventare il nuovo presidente del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, il Rossetti. Teatro rimasto momentaneamente senza timoniere, dopo che l’ormai ex rettore dell’ateneo triestino Francesco Peroni ha dovuto rassegnare le proprie dimissioni dalla cabina di comando in virtù del suo ingresso nella nuova giunta regionale di Debora Serracchiani. Peroni era diventato presidente dello Stabile lo scorso novembre, designato dal sindaco Roberto Cosolini. Pochi mesi e l’addio. Così il vice - di indicazione della precedente amministrazione regionale di centrodestra -, Paris Lippi, peraltro ex presidente, è tornato a ricoprire il ruolo pro tempore. Una parentesi che si chiuderà questo pomeriggio.

L’assemblea

Oggi alle 17, davanti all’assemblea dei soci, Cosolini (o chi per lui, forse l’assessore alla Cultura Franco Miracco, se il primo cittadino non potrà presenziare) porterà infatti il nome nuovo. O meglio, il nome del nuovo presidente: Milos Budin, a meno di clamorosi e improvvisi stravolgimenti dell’ultima ora. Non ci sarà discussione: per statuto la carica di vertice nel cda spetta al rappresentante del socio Comune di Trieste. «Certamente chiederò a Lippi di convocare l’assemblea entro 15 giorni, il teatro ha bisogno di una guida certa, e io stesso ci metterò pochissimo per fare una nuova designazione», aveva promesso Cosolini il 7 maggio scorso. I quindici giorni scadono proprio oggi. Stavolta una puntualità da treno svizzero. I nomi circolati nei giorni scorsi come papabili per la presidenza del Rossetti - ne riferiamo qui a fianco - sono stati così superati da un altro competitor, rimasto a lungo top secret.

La scelta

Cosolini cercava un presidente che, come Peroni, rispondesse non solo al profilo di una persona con amore e passione per la cultura ma anche dotato di capacità di gestione amministrativa e di governo, oltre che forte di una solida competenza e di un bagaglio di contatti sul piano delle relazioni internazionali. Budin risponde a questo identikit. La cultura l’ha sempre coltivata: l’ha insegnata a scuola, dove ha lavorato come insegnante di lingue e letterature e di storia negli istituti superiori sloveni, e se n’è occupato - oltre a interessarsene a livello personale - anche per incarico amministrativo quando è stato assessore all’Istruzione e alla cultura del Comune di Sgonico prima di diventarne poi sindaco e pure quando, eletto in Consiglio regionale, ha fatto parte della Commissione cultura. Esperienza politica e amministrativa, alla luce dei ruoli ricoperti negli enti territoriali, in Parlamento e poi al governo, a Budin non manca. Come del resto quella nel campo delle relazioni internazionali, lui spesosi per il superamento a Trieste delle frizioni retaggio del passato, con l’intento di guardare a un futuro dalla forte impronta europea. Si ricorderà, a proposito, nel luglio del 2010, la proposta a quattro mani firmata appunto da Budin assieme a Lucio Toth, presidente nazionale dell’Anvgd, per la visita in città dei tre Capi di Stato di Italia, Slovenia e Croazia prima dello storico concerto diretto da Riccardo Muti in piazza Unità: «Si faccia un passaggio al Narodni Dom, così come ci si fermi al monumento che ricorda l’esodo in piazza della Libertà, assicurando pari dignità alle diverse memorie ferite», era stato il suggerimento. Giorgio Napolitano, Danilo Türk e Ivo Josipovic avevano approvato.

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