«L’ex Pescheria diventerà lo spazio della scienza»
di Giuseppe Palladini
Dall’inaugurazione come “Centro espositivo di arte moderna e contemporanea” sono trascorsi più di cinque anni, ma il Salone degli incanti non ha ancora trovato una collocazione definitiva tra i contenitori culturali cittadini. La svolta, in una vicenda in cui idee, progetti e polemiche non sono certo mancati, arriva con la proposta che il sindaco ha illustrato ieri alla giunta. L’ex Pescheria è destinata a dare spazio, attraverso strutture fisse, a un museo interattivo della scienza e alla conoscenza di quanto produce il mondo scientifico triestino.
«Questa scelta - spiega il sindaco Roberto Cosolini - va in direzione del rapporto fra la città e la scienza, uno dei grandi filoni da sviluppare, al pari di quello fra la città e il mare, al quale stiamo lavorando. Scelta che si sposa molto bene con il Salone degli incanti, sia per la sua ubicazione sia per le caratteristiche dell’edificio».
Uno spazio grande e spesso vuoto, occupato finora da rassegne e mostre, temporanee e molto diverse, che hanno obbligato, ricorda Cosolini, a «ripensare ogni volta gli allestimenti, con costi elevati e risultati non soddisfacienti».
Tre i nuclei attorno ai quali si sviluppa la proposta del primo cittadino, a cominciare da uno Science centre, un museo interattivo, per proseguire con spazi per eventi temporanei (non solo dedicati alla scienza, ma in prevalenza) in cui presentare anche le innovazioni, i risultati applicativi di ricerche condotte a Trieste, ad esempio all’Area Science Park. Terzo nucleo, un’agorà, spazio da strutturare in una logica di piazza in cui studiare, leggere, collegarsi a Internet, insomma un luogo da vivere sorseggiando una bibita o un caffè.
«La proposta - osserva il sindaco - può essere interpretata da un lato come il ritorno di Fest (il Festival dell’editoria scientifica, lanciato proprio da Cosolini quand’era assessore regionale della giunta Illy e poi soppresso dalla giunta Tondo, ndr); e dall’altro, fatte le debite proporzioni, come un richiamo alla Villette, la città della scienza di Parigi».
La realizzazione del progetto passerà attraverso un concorso di idee, al fine di sceglierne il migliore sviluppo possibile. A giudicare le soluzioni che verranno presentate sarà un comitato scientifico in cui siederanno rappresentanti del sistema della ricerca e dei beni culturali, «per cercare un equilibrio - precisa Cosolini - fra l’idea di installazione fissa e la sua sostenibilità dal punto di vista dei vincoli che tutelano l’ex Pescheria».
I tempi che il primo cittadino si è prefissato sono stretti: il bando per il concorso di idee entro l’anno e la scelta della soluzione migliore a fine primavera. Ma non è tutto. Questa destinazione del Salone degli incanti si inquadra in una scelta strategica più generale. «Penso alle Rive - spiega il sindaco - come a un percorso lungo il quale incontrare contenitori che valorizzino il rapporto della città con la scienza, appunto, ma anche con il mare e più in generale con la cultura. Un itinerario che diventi di forte attrattività culturale».
Guardando a questo percorso, la domanda se l’ex Magazzino vini possa affiancarsi alla proposta è qualcosa di automatico. «Stiamo lavorando in un clima di grande collaborazione con la Fondazione CRTrieste - risponde il primo cittadino -. Immaginare che quegli spazi siano complementari è un obiettivo, un’occasione di approfondimento».
E quale il destino dell’edificio di Campo Marzio, che doveva essere sede dell’esposizione scientifica Era? «Ha una struttura - spiega Cosolini - che non soddisfa certe esigenze di carattere espositivo. È più adatto a un museo, ad esempio il museo del mare. Ma prima diamo contenuto a un contenitore (l’ex Pescheria, ndr) che non ce l’ha».
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