Legambiente Grado: «La gara di enduro non era autorizzata e si è corsa su aree che sono protette»
GRADO La recente gara di enduro svoltasi tra la spiaggia libera della Sacca e l’area boschiva nei pressi dell’ex Lido del Carabiniere (Punta Spin) che oltre ai concorrenti e ai tecnici è stata seguita da migliaia di persone è al centro dell’attenzione di Legambiente. Il circolo Zanutto di Monfalcone ipotizza, infatti, che la competizione non sia stata nemmeno autorizzata ufficialmente in quanto si è svolta in aree protette. Ma su questo punto, e non solo su questo, gli organizzatori del Moto Club Grado precisano che le autorizzazioni c’erano tutte. Legambiente attacca anche il Comune per aver patrocinato la gara e non protetto come si doveva quelle importanti aree naturalistiche spiegando che la giunta comunale ha autorizzato la manifestazione riconoscendone «il valore turistico-sportivo e le ricadute economiche che il migliaio di persone tra spettatori e motociclisti avrebbero avuto sugli esercizi pubblici della città». La questione principale, secondo Legambiente, si riferisce al tracciato in pineta. Quelle aree ricadono nella Zona E2 – Ambito Boschivo e nella zona G1. 5 – Impianti termali e per colonie del piano regolatore. L’area in questione spiegano ancora gli ambientalisti, è compresa tra il sito Natura 2000 “Laguna di Marano e Grado” e il sito Natura 2000 “Valle Cavanata e Banco Mula di Muggia”, oltre ad essere uno degli ultimi lembi non ancora antropizzati presenti sull’isola. «Viene quindi riconosciuto – afferma ancora Legambiente – il suo ruolo fondamentale quale corridoio ecologico e proprio per questo viene stabilito che “ogni intervento o variazione urbanistica nella zona del Bosco di Grado tra Valle Artalina e Banco Mula di Muggia venga sottoposto a Valutazione di incidenza (Vinca), con lo scopo di mantenere e ripristinare la funzione di corridoio tra i due siti. Tra le attività che vanno sottoposte a Vinca vi sono proprio le piste per corse e prove di automobili, motociclette ed altri veicoli a motore».
Legambiente ricorda a tal proposito che l’iniziativa è stata invece autorizzata dal Servizio Biodiversità della Regione con una semplice procedura di verifica di significatività, atto che, peraltro, non viene richiamato né nella delibera di giunta né nell’ordinanza dirigenziale. «È talmente tutto paradossale – afferma ancora Legambiente – che ci chiediamo a questo punto se il tracciato realizzato all’interno della Pineta sia stato realmente autorizzato o non si sia trattato piuttosto di un abuso. E nel caso se le autorità competenti e la Forestale ne sono a conoscenza». Accuse pesanti, dunque da parte di Legambiente che poi scaglia delle pesanti frecce contro il Comune. «All’inizio della legislatura – dice Legambiente – avevamo segnalato l’opportunità di rafforzare la tutela di questo tratto di Pineta. Alla giunta questo provvedimento sembrava superfluo, assicurando che l’ambito era già sufficientemente tutelato dalle norme esistenti. Norme che, alla prova dei fatti, non sono servite a niente». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo