L’economia isontina scritta sull’acqua

Da giovedì a Gorizia l’esposizione sui 140 anni del Consorzio bonifica. Torna d’attualità la diga
Di Roberto Covaz

Da giovedì 31 a domenica 24 novembre la sede della Fondazione Carigo di via Carducci 2 ospiterà la mostra “Al fluire dell’acqua. Testimonianza di crescita socio-economica dell’Isontino”. La mostra coincide - e non a caso - con il 140° anniversario della costituzione del Consorzio acque dell’Agro monfalconese. Tale organismo, che i governanti austriaci tenevano in gran considerazione, ha permesso alla pianura isontina, e di conseguenza a tutto il territorio prima della Contea e oggi della provincia di emanciparsi socialmente ed economicamente.

Infatti, tra le sezioni della mostra ci sono quelle dedicate alle bonifiche e alla lotta alla malaria. Soprattutto si parlerà delle infrastrutture volute dagli imperiali, lungimiranti, ai quali dovremmo tanti ringraziamenti.

L’evento ha notevoli risvolti, che in parte sono stati evidenziati ieri alla presentazione ufficiale condotta dal componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Carigo, Antonella Gallarotti.

Si diceva delle infrastrutture. Significano la presa di Sagrado del canale Dottori, la costruzione del canale navigabile Valentinis a Monfalcone (punto più a Nord del Mediterraneo), le cinque centraline elettriche alimentate dalla corrente del canale e importantissime per lo sviluppo industriale del Monfalconese. All’appello manca lo sbarramento o diga che dir si voglia che prima o dopo verrà realizzato vicino alla passerella di Straccis. La mostra non è un gioco di sponda per aprire gli argini... alla diga. Ma l’annosa questione aleggia sull’evento. Tanto è vero che giovedì 14 novembre, dalle 15, si terrà un confronto pubblico sul tema “Riflessioni sulle problematiche e sulle opportunità del fiume Isonzo”. Sarà dato spazio alle argomentazioni dei contrari alla diga la cui assenza, lo ripetiamo, costituisce una grave inadempienza dello Stato italiano rispetto a quanto a quanto disposto dall’Accordo di Osimo.

Il presidente del Consorzio di bonifica della pianura isontina, Enzo Lorenzon, sull’argomento diga ieri non si è sottratto al ragionamento: «Non si può vivere di no. Bisogna sapere guardare avanti come fecero le istituzioni austriache nel volere il consorzio 140 anni fa e nel mettere a disposizione le migliori intelligenze, anche italiane, per realizzare le infrastrutture che hanno permesso lo sviluppo dell’intero territorio provinciale».

Quanto agli altri importanti risvolti della mostra va evidenziato che, forse per la prima volta in modo così evidente, la storia del Monfalconese trova degna attenzione a Gorizia, in uno dei “templi” della cultura quale è la sede della Fondazione Carigo. Infine, protagonista silenzioso dell’insieme è l’Isonzo, il quale ora più che mai ha diritto a un sontuoso risarcimento per lo stato di abbandono di cui soffre, a Gorizia, dal dopo Prima guerra mondiale.

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