Laura, dinosauro superstar dal Montana fino a Duino
Quella ruspa stava scavando, per creare lo spazio a una nuova strada all’interno di un ranch nel Montana, Stati Uniti. Quando, all’improvviso, un urto contro un ostacolo nascosto nel sottosuolo aveva indotto quanti stavano lavorando all’opera a interrompere l’intervento e a bloccare la macchina. Tutto fermo: l’impatto era avvenuto su qualcosa di impensabile. Ossa di dinosauro fossilizzate. Da quel momento in poi sono iniziate le operazioni di recupero, che hanno successivamente rivelato uno scheletro intero di Prosaurolophus maximus, vissuto oltre 70 milioni di anni or sono. Dagli Usa è stato sbarcato in Europa, dopo essere stato inizialmente affidato a un gruppo di esperti tedeschi, presto rivoltisi agli specialisti della società Zoic di Trieste, srl che opera nel campo della Paleontologia e delle Scienze della Terra. Così quel dinosauro, battezzato infine Laura, è diventato nell’estate del 2010 di “proprietà” triestina e da martedì è composto integralmente al Sito paleontologico del Villaggio del pescatore, gestito dalla Cooperativa Gemina: domani, alle 11.30, è in programma la presentazione ufficiale.
Con una lunghezza pari a 11,2 metri, Laura è «il più grande dinosauro dal becco ad anatra mai trovato negli Stati Uniti (il precedente record era di un esemplare lungo nove metri e mezzo, ndr)», sottolinea Flavio Bacchia, il geologo che si sta occupando per Gemina del Sito con sede nel territorio del Comune di Duino Aurisina. «Si può considerare - aggiunge - pro-pronipote di Antonio», il Tethyshadros insularis estratto dalla roccia del Villaggio del Pescatore negli anni Novanta e che ora è una delle chicche del Museo di Storia Naturale in via dei Tominz a Trieste (al Sito paleontologico vi si trova un calco).
Non è stato semplice riuscire a ricostruire Laura, di cui assieme alle ossa sono conservati anche tratti di pelle fossilizzata: «Sono servite 5.760 ore di preparazione - aggiunge Bacchia -. Solo i femori e le zampe erano fuori dalle concrezioni ferrose. Il resto è stato estratto dall’ironstone». Operazione che è stata eseguita con estrema attenzione dalla Zoic, in modo da evitare ogni possibile rischio di rottura o danneggiamento dei preziosissimi e straordinari reperti. Lo scheletro è «stato recuperato per l’85%» della sua interezza. In pratica «manca solo parte della coda che è stata distrutta dalla ruspa nel Montana. E il cranio - rileva Bacchia - è per il 90% completo». Proprio il cranio - già presentato in anteprima al Sito paleontologico e che il Comune di Duino ha esibito alla recente fiera del tempo libero di Klagenfurt nello stand promozionale di PromoTrieste - «è stato estratto da un’unica concrezione. Ci sono voluti mesi per ultimare quest’intervento». Laura sarà l’attrazione principale del Sito paleontologico fino al 5 maggio, ma di fronte a specifiche richieste di visite organizzate potrebbe restare in quell’area del Villaggio del pescatore per qualche giorno in più. Poi l’adrosauro verrà spostato in altra sede. Ovviamente, la zona del Sito paleontologico è presidiata da personale di sicurezza anche negli orari di chiusura e durante la notte, a tutela dei reperti.
Ci sono volute sette ore, per completare la posa dello scheletro da oltre 11 metri, adagiato su base di ferro con delle rotelline che sono state bloccate non senza qualche difficoltà visto il terreno non uniforme e con fessurazioni fra le rocce. Un pochino di tempo in più per sistemare la struttura, ma ne è valsa la pena. A coprire Laura c’è una tensostruttura temporanea. Per trasportare e piazzare tutto il materiale sono serviti un camion dotato di una gru e tre viaggi di un furgone. Sei gli addetti impegnati dalle 8 del mattino. L’operazione è stata conclusa verso le 15. E qualcuno ha potuto sbirciare in anteprima dal di fuori della cancellata. In attesa della cerimonia di giovedì mattina, in onore della superstar Laura.
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