L’asino istriano salvato dall’estinzione grazie agli chef

Si salva dall'estinzione dopo che una quindicina di anni fa il numero di esemplari aveva toccato il minimo storico: solo una cinquantina in tutto
Un asino
Un asino

PISINO. L'asino istriano si salva dall'estinzione dopo che una quindicina di anni fa il numero di esemplari aveva toccato il minimo storico: solo una cinquantina in tutto. Oggi il numero è salito a oltre 250 capi di pura razza, grazie all' iniziativa di alcuni allevatori con partecipano a un programma per il rilancio di questa specie che fa perno sull'allevamento a scopo gastronomico. Anche il tipico bue istriano (il boscarin), animale di oltre una tonnellata di peso, è tornato a ripopolare le stalle grazie agli incentivi regionali e al mercato assicurato della sua carne che cara ai buongustai.

Il progetto è stato voluto dall’Azzri, Agenzia per lo sviluppo regionale dell'Istria. Il suo direttore Igor Merlic ha dichiarato che il programma includerà innanzitutto la tutela della razza istriana, l'incremento dell'allevamento e di conseguenza della produzione di carne destinata ai ristoranti e trattorie. In tal senso sarà incentivata la collaborazione con l'associazione Istrijanski tovar (Somaro istriano) che comprende 35 allevatori. L’Azzri acquisterà una quindicina di asini all' anno. In più come spiegato dal presidente dell'associazione Boris Orlic gli allevatori macelleranno una cinquantina di capi all'anno mentre in minima parte venderanno la carne alle macellerie o ai ristoranti. «Nella nostra penisola - ha aggiunto Orlic- è necessario diffondere la cultura del consumo di carne asinina e ancor di più del latte d'asina. L'Azzri ora intende incentivare anche la produzione del salame Tovar ottenuto con la carne d'asino e di maiale impastata con il terrano. La conferenza stampa sul rilancio dell'asino era abbinata al laboratorio sull'uso in cucina di questa carne tenuto dal noto chef croato Robert Peric presso il Centro professionale per giovani cuochi aperto di recente sul Colle di San Michele. Peric ha raccomandato a una dozzina di aspiranti chef di usare condimenti e spezie poco invasive proprio per far risaltare lo specifico gusto e sapore della carne.p.r.

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