L’appello di 80 medici del Fvg: accogliamo qui i migranti della Sea Watch

Il primo firmatario ed estensore è il dottor Brovedani del Burlo Garofolo: bisogna spezzare il silenzio che circonda tutte queste vicende e avere  coraggio di un balzo di coscienza



«Spezzare il silenzio», così Pierpaolo Brovedani, medico pediatra neonatologo all’ospedale infantile Burlo Garofolo di Trieste sintetizza l’impulso che lo ha portato a scrivere un appello alle autorità locali, regionali e nazionali per «spezzare l’assedio dell’assuefazione» a quanto sta succedendo sulla questione migranti. «Guardavo le immagini sulla tv della nave Sea Watch e sono sobbalzato - racconta Brovedani - un balzo della coscienza che mi ha portato a scrivere l’appello» poi messo in rete e indirizzato agli operatori sanitari del Friuli Venezia Giulia.

«La risposta - spiega il pediatra triestino - è stata sorprendente, oltre 80 adesioni da tutto il Friuli Venezia Giulia in meno di 24 ore tra cui sette primari, ma anche infermieri e molti specializzandi in pediatria e come se i giovani si fossero svegliati». «Quello che non posso accettare - precisa ancora - è che a Trieste accudiamo giustamente 24 mila cani, ma poi ci disinteressiamo di 1.500 migranti che dovremmo ospitare». «Dobbiamo stare tutti attenti - conclude - perché l’assuefazione porta all’apatia e c’è già chi è pronto ad approfittarne come è già avvenuto in passato ».

L’appello è diretto, scritto di getto.

«Come operatori sanitari, che quotidianamente si prendono cura della salute delle donne e dei bambini - si legge - assistiamo attoniti a quanto si svolge al largo di Siracusa, dove alla nave Sea Watch, con 47 migranti tra cui diversi minori a bordo, viene impedito lo sbarco a terra per soccorrere persone in pericolo e costrette all’addiaccio in un mare agitato ed esposte a temperature invernali».

«Possiamo solo immaginare - prosegue l’appello - nelle nostre comode e calde abitazioni, il dolore e l’angoscia degli adulti e dei bambini a così grave rischio di serie conseguenze fisiche e psicologiche. Siamo indignati per l’indifferenza del nostro governo, che riduce questa tragedia umanitaria a mera questione di opportunità politica e a merce di scambio nei confronti degli altri stati europei».

«Rivolgiamo un appello - si legge ancora - innanzitutto alle forze di governo locali, al sindaco di Trieste Di Piazza e al presidente della Regione Fedriga perché dichiarino aperti i nostri porti e le nostre strutture per accogliere queste poche decine di migranti e prioritariamente i bambini e i minori. Chiediamo al primo ministro Conte, al ministro degli Interni Salvini, al ministro delle Infrastrutture Toninelli di uscire dall’indifferenza e consentire lo sbarco a terra di queste persone».

«Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sanitaria con possibili tragiche conseguenze - conclude la lettera - scongiuriamola subito, accogliamo i naufraghi. Ce lo impongono non solo le regole internazionali di assistenza e salvataggio in mare, ma anche il senso morale che deve caratterizzare la società civile, il dovere del pronto soccorso sanitario e infine, ma non ultime, la pietas e la solidarietà che deve caratterizzare ogni essere umano». —



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