Lanterne rosse nella Libreria Triestina della comunità slovena
La Cina è vicina. Molto più della Slovenia. Non è servita a molto la scritta “affittasi” in sloveno aggiunta all’ultimo momento sulle vetrata di quella che per quasi 60 anni è stata la libreria degli sloveni di Trieste in via San Francesco 20. Non sono serviti gli annunci pubblicati sul Primorski Dnevnik e sui quotidiani sloveni per trovare una inquilina della minoranza per gli ex locali della Libreria Triestina Tržaška knjigarna rimasti vuoti dal primo aprile scorso. La nuova libreria slovena rinascerà a breve in piazza Oberdan con la società “Ts 360” grazie allo spazio messo a disposizione dall’industriale sloveno Giovanni Lokar. L’ex Libreria Triestina, invece, si dovrà rassegnare alla lanterne rosse . Bigiotteria e accessori cinesi al posto dei libri. La Società finanziaria Adriatica, proprietaria dell’Immobile e detentrice del 90% della defunta Libreria Triestina Tržaška Knjigarna, non ha avuto scelta dopo aver dovuto già accollarsi i 50mila euro di debito dell'ultimo anno e i 200mila accumulati dal 1955. «Non si è fatto avanti nessuno della nostra parte, nonostante tutti gli annunci e gli appelli. Cercavamo nel nostro ambiente e sapevano che sarebbe stata dura. E così tramite un’agenzia immobiliare (“Il Quadrifoglio, ndr) abbiamo trovato un inquilino di nazionalità cinese che ha già un negozio simile in via Ginnastica. E proprietario anche dei muri, quindi un cliente affidabile», spiega rassegnato Boris Siega, amministratore unico della Società finanziaria Adriatica. Il commerciante cinese è proprietario del negozio “Jessy”, bigiotteria e accessori”, di via Ginnastica 15. Non si sa ancora che nome avrà l’ex Libreria Triestina, ma c’è da scommettere in qualcosa d’esotico tipo Jessy. Un destino simile a quello dell’ex Libreria Fenice, che ci affaccia poco più avanti sulla galleria che da proprio su via San Francesco, i cui locali sono finiti anch’essi in mano cinese. «Abbiamo consegnato ieri le chiavi. Il contratto di sei anni parte dal primo ottobre. Il prezzo al ribasso come è purtroppo la tendenza in quella zona che non è più appetibile come lo era anni fa», aggiunge Siega. Ed è quasi una liberazione visto il mercato degli affitti che si è complicato molto in quell’area. Sarebbe stato inutile aspettare ancora. «Noi abbiamo i nostri impegni con i fornitori e con le banche che dobbiamo assolvere - prosegue Siega -. Non potevamo tenere a lungo le serrande chiuse e scegliere chi vogliamo mettere dentro». L’immobile, dove ha sede anche la Skgz, andava messo a reddito. I locali commerciali erano da quasi sei mesi. La Libreria Triestina era stata aperta nel dicembre del 1955. In quei locali, dove ora arriva la bigiotteria made in China, è passata gran parte della cultura slovena degli ultimi cinquant’anni tra dibattiti e presentazioni di libri. È stata anche il centro dell’editoria scolastica al servizio delle scuole slovene che hanno iniziato l’anno scolastico senza una libreria di riferimento. Assieme a quella di via San Francesco ha chiuso anche la filiale di Opicina che era stata aperta nel 2010. «Deluso? No sono realista. Anzi sono contento, almeno ora ho un’entrata sicura - spiega Siega -. L’ideale sarebbe stato trovare qualcosa che avesse a che fare con la nostra comunità per dare un senso a tutti l’edificio. Ma i tempi sono cambiati. E bisogna essere realisti». Il realismo socialista cinese.
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