La telecamera filma il furto in negozio a Gorizia: «Sappiamo chi sei». E il baby-ladro si pente
GORIZIA Un reato penale commesso da un adolescente, trasformato in una lezione di vita per il suo futuro. Tutto merito del buonsenso del titolare di un negozio del centro di Gorizia che ha scelto di utilizzare l’arma della persuasione, piuttosto che quella della repressione. Dopo aver subito un furto da parte di un 16enne, anziché andare dai carabinieri a denunciarlo, Enrico Vanzo, titolare di Rookie, ha offerto al ladruncolo una seconda possibilità “invitandolo” a tornare sui suoi passi e pagare ciò che aveva indebitamente nascosto nello zainetto. Cosa poi accaduta.
Nell’edificante storia estiva a lieto fine, un ruolo fondamentale lo hanno giocato anche la tecnologia e i tanto bistrattati social-network.
I fatti risalgono a sabato pomeriggio. L’adolescente con un amico è entrato nel negozio di via 9 Agosto per cambiare una maglietta che era stata acquistata dalla madre. Mentre uno provava alcuni capi d’abbigliamento, l’altro nascondeva una felpa nello zainetto. Lì per lì, la compagna di Vanzo ha avuto la sensazione che qualcosa di strano fosse successo, ma nel dubbio non ha detto niente. A parlare per lei sono state successivamente le immagini del sistema di videosorveglianza. La visione del filmato registrato dalle telecamere a circuito chiuso ha confermato i sospetti. Considerata l’età del ladro, prima di rivolgersi alle forze dell’ordine, Vanzo ha provato la via “amichevole” e sui canali social del negozio ha postato un messaggio piuttosto esplicito che non lasciava spazio ai dubbi. Oltre a raccontare nel dettaglio ora del furto, marca, modello e colore della felpa rubata e a mettere la fotografia del negozio visto dalle telecamere, ha scritto: «Venite a pagare subito l’articolo se non volete incorrere in una denuncia penale».
Insomma, messa in altri termini gli ha detto: «So chi sei, vieni qui e la chiudiamo tra di noi senza ulteriori strascichi». Detto, fatto. E anche in tempi piuttosto rapidi. Forse nemmeno lui si aspettava di risolvere la questione così in fretta. Meno di un quarto d’ora dopo, il ladruncolo si è fatto avanti con un messaggio diretto e domenica si è presentato per chiudere il caso.
«Inizialmente voleva restituire la felpa - ricorda Vanzo -, ma per lui non sarebbe stata una lezione per il futuro, ormai l’aveva portata via, quindi l’ha dovuta pagare. Nemmeno lui sapeva perché lo aveva fatto. Gli ho spiegato che non vale la pena dare dei dispiaceri ai propri genitori e rovinarsi la vita per delle sciocchezze simili, soprattutto in una città piccola come la nostra dove alla fine tutti conoscono tutti. Mi è sembrato che abbia capito la lezione e, infatti, si è anche reso disponibile per venire a dare una mano in caso ce ne fosse bisogno, una sorta di lavori socialmente utili. Ora ci penseremo. Vedremo cosa possiamo fargli fare». —
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