La storia del ’900 scritta al femminile

Donne che fecero la storia del Novecento, emancipate, forti e coraggiose, sono le protagoniste di due mostre  inaugurate in occasione della Giornata internazionale della donna
La Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento nazista in Italia con forno crematorio
La Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento nazista in Italia con forno crematorio

TRIESTE Donne che fecero la storia del Novecento, emancipate, forti e coraggiose, sono le protagoniste di due mostre inaugurate in occasione della Giornata internazionale della donna. Alle 11, alla Risiera, apre i battenti l’esposizione “Storie di donne nella Seconda guerra mondiale”, curata dal Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa e realizzata in collaborazione con i licei Carducci e Slomšek, la Scuola ebraica e cinque Associazioni (Adei-Wizo, Anpi, Espansioni, Udi “Il caffè delle donne” e Udi “La Mimosa”).



La mostra, aperta fino a metà aprile, è il frutto di un progetto di “recupero della memoria” portato avanti dagli studenti che si sono cimentati nello studio della vita di alcune figure femminili della Resistenza triestina, concludendo la propria indagine con la realizzazione di una serie di poster che le raccontano e scrivendo loro una lettera di riconoscenza. Ecco ritratta allora Lidia Menapace, nata a Novara nel 1924, già staffetta partigiana e oggi senatrice e scrittrice tuttora attiva, per continuare con Alma Vivoda, muggesana, la prima partigiana a cadere per mano nazifascista nel 1943.

Donne, la scalata resta difficile

E ancora Rita Rosani, medaglia d’oro al valore militare, ebrea partigiana caduta combattendo sul monte Camun; Zora Perello, deportata e morta a Ravensbruck nel febbraio 1945; Marina Bernetich, comandante partigiana e successivamente deputata della Repubblica. Per continuare con Aurelia Benco Gruber, agronoma poi deputata della Repubblica, fondatrice del Partito Socialista rappresentato nel Cln: durante l’occupazione nazista la sua casa diventò rifugio per partigiani e ebrei. Infine Maria Lupieri, artista triestina che visse buona parte della sua vita in Lombardia pur mantenendo i contatti con la propria città; durante la Resistenza fu staffetta partigiana dal lago d’Orta a Milano.



Nel pomeriggio invece, alle 17.30, al palazzo delle Poste, sarà inaugurata la mostra “Immagini di lavoratrici triestine, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento”. Curata dal Museo Postale e dalla Rete Espansioni, Rassegna internazionale d’arte contemporanea, è il risultato di una ricerca di immagini che colgono il duro lavoro delle donne. Sono più di 60 i manifesti esposti tra il piano nobile del palazzo delle Poste e le sale del Museo Postale che raccontano come, tra enormi difficoltà ma con capacità e determinazione tutta femminile, le donne dell’epoca si sono cimentate in mestieri e professioni per uscire dalla miseria. In strada, in fabbrica, in ufficio, nei campi, alle poste, ma anche in ospedale, in sartoria o alla guida di un tram, grazie alle loro battaglie quotidiane è iniziato il lungo cammino di emancipazione della donna. Una sezione dell’esposizione sarà dedicata all’evoluzione del lavoro femminile alle Poste. Da non perdere l’annullo filatelico dedicato alla Giornata della donna, disponibile dalle 8.20 alle 13.20 nello Spazio Filatelia di via Galatti. La mostra sarà visitabile fino al 7 aprile.

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