La Soprintendenza blocca la costruzione della diga a Salvore
UMAGO Doccia fredda per i pescatori di Salvore punto estremo a ovest della Croazia che speravano nella costruzione della diga foranea in tempi brevi, a protezione delle loro imbarcazioni non di rado danneggiate dalle impetuose folate dei venti di libeccio, ponente e maestrale. Ebbene il progetto della diga frangiflutti che avrebbe posto fine alle loro ansie e preoccupazioni è stato bocciato dalla Soprintendenza ai beni culturali di Pola. Secondo quest’ultima l’area di Salvore è una delle zone più ricche dal punto di vista archeologico e il suo porto non può essere contaminato dal cemento. Dei resti antichi di questo porto nel 1540 scrive il geografo Pietro Coppo di Pirano indicando che sono visibili i resti di edifici e che con la bassa marea affiorano i resti del vecchio porto romano. All’epoca il porto era protetto da due dighe frangiflutti costruite in maniera simmetrica sulla punta ovest della baia. Quella settentrionale è stata ricostruita nel 1996 e su di essa ora sorge un faro. E grazie alla vicinanza con Aquileia, Salvore fu una tappa importante per i commerci marittimi.
Ma torniamo ai giorni nostri. «É come se si costruisse una diga in calcestruzzo nel mezzo dell’Arena di Pola» cosi Marko Uhac della Sovrintendenza. Secondo il progetto, la diga avrebbe ricalcato grosso modo quella meridionale di epoca romana ora sommersa dal mare. Dunque un progetto da rifare da cima a fondo con ulteriore dispendio di energie e soprattutto di tempo che sicuramente non gioca a favore dei pescatori. «Non ci resta che ripartire da zero», commenta amareggiato il direttore dell’Autorità portuale di Umago. É stata dunque di breve durata la soddisfazione per il recente ammodernamento dello scalo scalo portuale di Salvore principalmente con i fondi dell’Unione europea. Ora qui c’e’ una base della Guardia costiera, per cui questo porto istriano ricopre un’importanza strategica per la Croazia. Con il passare degli anni infatti, il porto era diventato troppo stretto per ospitare tutti, tenuto conto pure dell’aumento della flotta peschereccia, con imbarcazioni sempre più grandi. Di conseguenza, cambiare era diventato d’obbligo. —
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