La sfida per mare di Matteo: addio agli studi universitari con obiettivo l’Atlantico
TRIESTE Ha lasciato il corso di laurea in Ingegneria navale perché ha prevalso in lui la profonda passione per la vela e il mare e adesso si prepara a partecipare a uno degli eventi più straordinari e impegnativi del calendario di questa splendida disciplina nautica: la “Mini Transat”, l’annuale traversata dell’oceano Atlantico, che si effettua in solitaria a bordo di piccole imbarcazioni. È questa la scelta di vita fatta da Matteo Bandiera, 24enne socio del Diporto nautico, uno dei circoli di Sistiana, che ha deciso di sfidare il destino e misurare le proprie capacità in quella che è un’autentica impresa sul mare.
«So che in tanti mi daranno del temerario – spiega – ma io ci credo e mi sto sottoponendo a intensi allenamenti, perché l’impegno psico fisico di una traversata di quel tipo in solitaria è notevole, oltre a cercare gli indispensabili sponsor, in quanto le spese, com’è facilmente comprensibile, sono consistenti». Nato a Treviso, ma approdato da tempo al circolo nautico di Sistiana, Matteo è orgoglioso di essere in gara per diventare il primo triestino, acquisito nel suo caso, partecipante alla “Mini Transat”. «Trieste è diventata la mia seconda città – sottolinea – e mi piacerebbe veramente poter solcare l’oceano, portando con me il vessillo rossoalabardato, e far iscrivere il nome di questa bellissima città nell’albo d’oro della manifestazione».
Sì perché nella transoceanica possono cimentarsi solo 85 partecipanti, individuati attraverso una severa selezione. Il regolamento della “Mini Transat” prevede che, per poterci essere, si debba aver percorso, negli ultimi cinque anni, più di 1.500 miglia nel circuito Mini 6.50, con almeno una tappa di 500 miglia e una competizione in solitaria sulla barca con la quale si gareggerà. «Mi sono iscritto per l’edizione del 2023 – precisa Matteo – e i due anni che mi separano da questo agognato traguardo rappresentano il minimo tempo utile per farsi trovare preparati. Bisogna infatti allenarsi, abituando l’organismo a notti in cui per mezz’ora si dorme e per la mezz’ora successiva bisogna stare svegli per controllare la rotta, le condizioni atmosferiche e che tutto stia andando per il verso giusto».
Sul piano finanziario, Matteo ha già pianificato i costi: «Complessivamente – sottolinea – la spesa si aggirerà fra i 150 e i 180 mila euro, considerando che ciascuno dei due anni di preparazione e quello della regata vera e propria costeranno fra i 50 e i 60 mila euro l’uno. Spero di trovare sponsor sensibili al fascino della manifestazione – continua – e consapevoli del fatto che il ritorno, sotto il profilo pubblicitario, è notevole, in quanto la regata transoceanica è un evento seguito da giornali e televisioni di tutto il mondo. Nei prossimi mesi – prosegue – mi recherò in Francia per affinare la mia preparazione e respirare da vicino l’aria della regata transoceanica che, nel 2023, partirà da La Rochelle, porto del sud ovest della costa atlantica francese».
In preparazione anche la scorta di libri, indispensabili per ingannare il tempo: «La durata della regata è prevista in circa 45 giorni – riprende – durante i quali è vietata qualsiasi comunicazione con terzi, salvo i casi di emergenza. Il regolamento permette infatti di aprire la radio solo in caso di un malanno che si possa curare a distanza – continua Matteo – dialogando con un medico. Ecco perché è fondamentale organizzarsi anche per non sentirsi troppo soli durante il mese e mezzo nel quale si vede solo l’orizzonte». Il periodo nel quale la “Mini Transat” si svolge è quello dell’autunno, fra settembre e novembre. «L’esperienza degli organizzatori – osserva il giovane aspirante velista transoceanico – insegna che è quello il periodo nel quale le condizioni climatiche sono le migliori. In ogni caso, se ce la farò a partecipare – conclude – sarò un uomo felice perché avrò completato un’impresa con quella che considero a tutti gli effetti la mia fidanzata, cioè la barca». —
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