La Riserva marina cambia vita: via al trasloco nelle ex scuderie
TRIESTE Ci sono voluti trent’anni affinchè se ne andasse via di casa. La Riserva marina di Miramare ha fatto le valigie in occasione dei festeggiamenti del trentennale, salutando la sua storica sede all’interno del Gartenhaus, il prestigioso Castelletto che si affaccia sul porticciolo di Grignano.
Per i ricercatori del Wwf Italia, soggetto gestore della Riserva statale, quello di questi giorni è un vero e proprio trasloco, con tanto di scatoloni, nastro adesivo e imballaggi. La sfida che attende il primo parco marino istituito in Italia, a seguito di un decreto del ministero dell’Ambiente datato 12 novembre 1986, è quella di archiviare in breve tempo la nostalgia per il forzato addio e di gettare le basi per «l’Area marina 3.0», come l’ha definita il suo direttore Maurizio Spoto.
Il nuovo centro didattico troverà posto nell’ala destra delle ex scuderie di Miramare, in uno spazio di circa 200 metri quadrati. Sono molte le novità di rilievo che si stanno profilando all’orizzonte di questa struttura, fra le quali spicca la possibile introduzione di un biglietto di ingresso. È proprio Spoto a comunicarlo, durante la pausa di un convegno che l’ha visto impegnato come relatore.
Il pagamento di una modesta quota d’ingresso sembra essere un passo necessario per poter affrontare la gestione del nuovo spazio didattico. I dettagli di questa operazione sono ancora tutti da definire. Prima di determinare il costo del biglietto, infatti, va fatta luce su alcuni aspetti determinanti. «Dobbiamo ancora conoscere quale sarà il canone di locazione del nuovo Centro visite - spiega Spoto - e a quali costi di gestione dovremo fare fronte. Speriamo di poter concordare un canone agevolato, anche in considerazione dell’importante ruolo che ricopriamo e dell’attrazione che esercitiamo soprattutto verso i più giovani».
Solo il nuovo superdirettore promesso dalla riforma Franceschini potrà fare chiarezza su questi particolari che, molto probabilmente, porteranno i diretti interessati a sedere attorno a un tavolo di contrattazione. Nel frattempo l’operazione di uscita dal Castelletto deve andare avanti, visto che la vecchia sede deve essere liberata entro la fine dell’anno. Spoto & C. si sono tirati su le maniche e, per abbattere i costi, hanno deciso di provvedere in prima persona al trasloco, facendo lavorare a pieno ritmo il furgone del Wwf.
La gestazione per vedere il nuovo centro didattico sarà lunga, dal momento che non aprirà i battenti prima dell’estate. Non si tratta semplicemente di spostare del materiale dalla vecchia alla nuova sede, ma di ripensare uno spazio museale secondo dei criteri moderni. «Abbiamo concordato con il ministero dell’Ambiente di allungare lo sguardo ben oltre le boe che delimitano l’area protetta di Miramare - sottolinea Spoto - interessandoci ai diversi ambienti naturali del golfo di Trieste e dell’Alto Adriatico».
Scogliere, fondali sabbiosi, fangosi e praterie: l’attenzione dei ricercatori del Wwf si sposterà in generale sulla biodiversità marina e costiera, anche attraverso eventi divulgativi che permetteranno di approfondire alcuni argomenti specifici, come la presenza delle trezze, particolari affioramenti rocciosi sul fondo del mare che si presentano come oasi di biodiversità. Per l’allestimento dell’open space all’interno delle ex scuderie, finanziato dal ministero dell’Ambiente, non verranno utilizzati i tradizionali acquari. Le vecchie vasche hanno già preso la strada dell’Acquario marino di Trieste, nel segno di una collaborazione che porterà i ricercatori della Riserva marina a interagire con il territorio. «Stiamo pensando di ricorrere a sistemi multimediali e multisensoriali - conclude Spoto - e di organizzare specifici percorsi tematici. La vasca tattile permetterà ai visitatori di toccare alcuni invertebrati, come le alghe, i ricci di mare e le oloturie. La “touch tank”, del resto, è sempre stata una delle modalità di interazione con il mare più apprezzate dai visitatori del centro didattico».
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