La riforma dei porti passa in Consiglio dei ministri, "salva" l'Authority di Trieste

Scongiurata la "fusione" con Venezia. La soddisfazione di Serracchiani: "Evento di grande portata in un settore strategico segnato dall’immobilismo".
Uno scorcio del Porto nuovo di Trieste
Uno scorcio del Porto nuovo di Trieste

Il Consiglio dei ministri ha approvato in via preliminare, su proposta del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, il piano strategico nazionale della portualità e della logistica (Psnpl), da adottarsi con decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Il piano prevede una strategia integrata, con azioni da compiere sia nei porti sia sulla loro accessibilità - da mare e da terra - al fine di potenziare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e negli scambi internazionali, tra qui semplificazione amministrativa, l’efficienza dei controlli e delle procedure di sdoganamento, la promozione dell’intermodalità e dei collegamenti di ultimo miglio, l’attrazione di nuovi investimenti per la modernizzazione delle infrastrutture portuali.

In tutto sono tredici le autorità portuali riformate, chiamate anche autorità portuali regionali, o distretti. Genova e Savona si accorpano, la Spezia assorbe Marina di Carrara, Livorno e Piombino si uniscono come Ravenna ed Ancona, rimangono "sole" Civitavecchia, Venezia e Trieste, nascono Calabria, Sardegna, Sicilia orientale, Sicilia occidentale. Il modello è quello “regionale”, il che spiega la divisione in due dell'Alto Adriatico (Venezia e Trieste), ma non l'accorpamento della Spezia e Marina di Carrara, né la divisione in due della Sicilia, giusto per citarne tre. In altre parole, un passo concreto verso la riforma è stato fatto in consiglio dei ministri, ma la strada verso una governance regionale dei porti è ancora lontana. Per capire poi quale sarà la governance, bisogna aspettare l'arrivo in Parlamento di questo primo testo.

Soddisfatta la governatrice Debora Serracchiani. «Dopo decenni l’Italia si dota di un piano della portualità e della logistica, e ciò va considerato un evento di grande portata in un settore strategico segnato dall’immobilismo». «Il piano tiene conto di molte suggestioni, analisi ed esigenze già fatte proprie dal Pd nel corso di un lavoro di mesi». «Il documento - ha osservato Serracchiani - ha le caratteristiche giuste per aiutare il sistema Italia a rafforzare i legami con le reti di trasporto dell’Unione Europea». «Con le novità che saranno introdotte in materia di servizi nautici, di snellimento doganale e di controlli unici - ha aggiunto - i sistemi logistico-portuali potranno meglio attrezzarsi per competere con i grandi porti del Nord Europa e del Sud Mediterraneo». «Adesso attorno a questo piano si apre adesso l’iter della discussione che - conclude Serracchiani - confido sarà utile e approfondita».

 

 

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