La regione in zona gialla salva le colazioni al bar e la mobilità tra comuni

Scongiurata la stretta prevista per i territori più a rischio. Da domani però stop a lezioni in classe per le superiori e alle docce post allenamento per gli sportivi. Nessuna limitazione agli spostamenti interni al Fvg durante il giorno. Ma alle 22, come in tutta Italia, scatta il coprifuoco. Delusi i titolari di negozi presenti nei centri commerciali: resta l’obbligo di non lavorare il sabato, la domenica e nei festivi. Buone notizie per chi ama tenersi in forma: si potrà ancora andare a correre o svolgere sport individuali all’aperto
A sinistra una ragazza mentre corre: lo jogging individuale è salvo. Sopra i bus in centro a Trieste: l’occupazione scende al 50%. A destra una classe di una scuola superiore friulana in un’immagine di repertorio. I ragazzi della secondaria di secondo grado dovranno seguire le lezioni a distanza.
A sinistra una ragazza mentre corre: lo jogging individuale è salvo. Sopra i bus in centro a Trieste: l’occupazione scende al 50%. A destra una classe di una scuola superiore friulana in un’immagine di repertorio. I ragazzi della secondaria di secondo grado dovranno seguire le lezioni a distanza.

TRIESTE. La conferma alle tante indiscrezioni filtrate nel corso della giornata, arriva all’ora di cena. Il Friuli Venezia Giulia finisce nel gruppo di regioni considerate a rischio «moderato» di diffusione del coronavirus e scongiura così le ben più pesanti limitazioni imposte ai territori giudicati più a rischio.

La zona per il Fvg è quella di colore giallo, modifica cromatica rispetto al verde della sera prima, ma la sostanza non cambia: sul nostro territorio varranno da domani fino al 3 dicembre solo le misure su scala nazionale contenute nel Dpcm firmato dal presidente del Consiglio, dal coprifuoco a partire dalle 22 fino alle 5 del mattino alle scuole superiori in modalità digitale. Non ci sarà invece l’ulteriore stretta che avrebbe tra l’altro paralizzato pure di giorno bar e ristoranti.



Stavolta, a stupire, non è il burocratese, ma la scelta dei colori. Il verde diventa giallo perché Palazzo Chigi vuole evitare di trasmettere il messaggio di un via libera in presenza di un’emergenza per tutti, pure per i territori meno colpiti dal virus. Confermati invece arancione e rosso, un crescendo di provvedimenti anti-Covid. L’Italia che si difende dalla pandemia è dunque divisa in tre gruppi a seconda della capacità dimostrata sin qui, numeri alla mano, nella gestione della seconda ondata.

Una distribuzione affidata formalmente al ministero della Salute e conseguente alla valutazione di 21 parametri di riferimento: dall’indice della contagiosità Rt all’occupazione delle terapie intensive, dalla disponibilità di posti letto per pazienti non gravi, ma che necessitano di un ricovero in ospedale, al numero medio dei tamponi.
La posizione del Fvg era in bilico tra giallo e arancione. Questione di parametri, appunto, e di valori che sono mutati nella seconda metà di ottobre dopo che il contagio, per mesi, era stato tenuto sotto controllo più che in altri territori del Nord.



La decisione del governo, ufficializzata in serata dal premier Conte, di inserire la regione nella fascia ritenuta meno esposta al virus è determinante in particolar modo per le attività di pubblico esercizio e ristorazione. Categorie che hanno cercato informazioni nelle sedi delle associazioni, in un clima di profonda incertezza visto che quello di ieri avrebbe potuto essere l’ultimo giorno di lavoro per qualche settimana, un’altra mazzata dopo il lockdown di primavera e una ripresa non certamente agevole. Bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie restano invece aperti. Un sospiro di sollievo per imprenditori e dipendenti, fermo restando che il momento rimane assai complicato visto che l’orario di chiusura anticipato alle 18 è imposto pure da questo Dpcm.

Scongiurato anche il divieto di spostamento da comune a comune, i cittadini del Fvg – senza che sia necessario attendere alcuna declinazione locale via ordinanza della Regione – si ritrovano dunque a dover rispettare le regole “base” del decreto, quelle che valgono indistintamente per tutto il Paese. Pur se limitato rispetto a ciò che accadrà nelle zone arancione e rosse, si tratterà in ogni caso di un inasprimento di quanto già in vigore, a partire dal coprifuoco generale alle 22, e fino alle 5 del mattino, con possibilità di muoversi in quegli orari con autocertificazione che comprovi esigenze di lavoro, salute e urgenza.



Nel nuovo “pacchetto”, con l’obbligo di indossare la mascherina in classe per l’intera durata delle lezioni per gli studenti di elementari e medie, entra inoltre la didattica a distanza al 100% alle superiori, con l’obiettivo evidentemente di ridurre gli affollamenti nei mezzi di trasporto e contestuale abbassamento del tasso di occupazione del Tpl dall’80% al 50%, scuolabus a parte. Fino al 3 dicembre si dovrà poi rinunciare a musei e mostre e, nel fine settimana, pure ai centri commerciali, chiusi il sabato e la domenica a eccezione di farmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno.


Per quanto riguarda lo sport, non ci sono cambiamenti rispetto al Dcpm del 24 ottobre, escluso il divieto di utilizzo degli spogliatoi e quindi della doccia post allenamento. Gli amatori potranno perciò ancora correre o svolgere sport individuali all’aperto. 



 

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