La Regione Fvg dà battaglia al cibo spazzatura

Il Piano della prevenzione approda in commissione. Obbligo di ridurre il sale e offrire più frutta e verdura nelle mense
Un bimbo sulla bilancia
Un bimbo sulla bilancia

TRIESTE. Mangiare meglio si può. E si deve. Il nuovo Piano regionale per la prevenzione stabilisce allora una più accorta sensibilizzazione delle filiere commerciali e degli operatori delle mense, cui i prossimi bandi pubblici chiederanno di fornire pasti con minori dosaggi di sale (sempre iodato) e maggiore apporto di frutta e verdura. Le Ass presseranno enti pubblici, imprese, grande distribuzione e produttori anche sul ricorso alle “filiere corte”, basate su produzioni tipiche, possibilmente “bio”. L’intento è innalzare entro il 2018 gli standard di vita della popolazione del Fvg, che oggi vede in sovrappeso il 42% dei 18-69enni (con un 11% di obesi) e il 24% dei bambini.

L’alimentazione è spesso scorretta, soprattutto fra gli uomini over 50 e nelle famiglie con basso livello di istruzione e difficoltà economiche. E così solo il 12% dei cittadini mangia le raccomandate cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, mentre il 51% si accontenta di tre, percentuale che scende al 37,8% nel caso dei bambini. Un terzo del campione finisce per assumere frutta e verdura anche meno di una volta al giorno o addirittura mai, creando le basi per l’insorgere di diabete, ipertensione ed eccesso di colesterolo. La battaglia sarà combattuta soprattutto nella ristorazione pubblica, che in Fvg eroga ogni giorno 50mila pasti nelle scuole e 11mila nelle strutture assistenziali. La strategia prevede infine l’aumento dell’offerta di cibi per allergici e intolleranti, l’incremento dell’allattamento materno e più attenzione alle patologie dentali di bambini e anziani.

Il piano mira inoltre ad accrescere il ricorso alla vaccinazione infantile, connotata da costante diminuzione nel tempo, con le punte più preoccupanti a Trieste e in Carnia. I reparti del pronto soccorso pediatrico già annotano le vaccinazioni dei piccoli utenti e spiegano ai genitori il valore della profilassi.

Materiale informativo è in circolazione e verrà consegnato dopo il parto alle madri, sensibilizzate dai medici anche durante i corsi prenatali. Il calo è in linea con quello nazionale: in Fvg si registra il 92,5% di ricorsi al vaccino per difterite e tetano, il 92,2% per la poliomelite, il 92% per la pertosse, il 91,7% per l’epatite B. Le percentuali scendono per altre malattie: 83,5% per il morbillo, 83,3% per parotite e rosolia, 82,4 per lo penumococco, 82,6% per il maningococco, 60,3% per la varicella.

Secondo l’assessore Maria Sandra Telesca, «più vaccini significano meno ricoveri e quindi meno spese», eppure il ricorso alla vaccinazione fra adulti e bambini è al 48%: nel 2013 era al 56%. Rinnovata attenzione sarà inoltre dedicata agli screening oncologici, con particolare riguardo ai tumori del seno e del colon, con un impegno anche a livello mediatico. In questo e altri casi, si verificherà pure il ricevimento delle lettere spedite a casa per invitare alla prevenzione: secondo gli uffici sono molti a non riceverle, sottraendosi dunque involontariamente ai controlli.

Illustrato ieri in III commissione, il piano è stato definito dall’assessore Maria Sandra Telesca come «una lotta per il futuro, perché la prevenzione è sempre a medio termine: migliorare le abitudini dei cittadini allunga la vita e dà risultati a livello di salute e di risparmi». E non a caso per la prevenzione si spendono circa 100 milioni all’anno, il 5% dei due miliardi del bilancio della sanità regionale. La strategia si pone numerose altre priorità: la promozione dell’attività fisica e dell’invecchiamento attivo, la riduzione delle malattie (infettive e croniche) e della mortalità prematura, la crescita responsabile dei giovani, la lotta alle dipendenze, la diminuzione del consumo di farmaci, il contrasto al disagio psichico e sociale, la prevenzione dei suicidi, il decremento di incidenti domestici e infortuni sul lavoro, la comunicazione del rischio, la lotta al randagismo.

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