«La prima regola è il controllo del peso»
Da dove nasce l’approfondimento del dottor Alberico? Da un dato di fatto, che lui stesso spiega: «Ogni anno nel mondo tra le 360mila e le 540mila donne muoiono di parto o di patologie correlate alla gravidanza. Il trend ultimamente è in calo. Ma anche nei paesi più sviluppati e anche in Italia, dove lavora uno dei migliori sistemi sanitari e dove il tasso di mortalità è tra i più bassi d’Europa, si continua a pagare un tributo in termini di decessi, che si attesta a un 4,7 per ogni 100mila donne che partoriscono». E Trieste «rientra in questo rapporto». La statistica del Burlo ha consentito di misurare una novità fra «i fenomeni biologici», che «per realizzarsi richiedono di norma tantissimo tempo», ma che stavolta, complici i cambiamenti legati alle «condizioni sociali», hanno avuto bisogno di 25 anni appena. Una novità che porta in dote dei rischi teorici legati all’invecchiamento del metabolismo, per dirla alla semplice, che si traducono ad esempio in una maggiore possibilità di insorgenza del diabete gestazionale, oggi individuata in un’età media di 34 anni e mezzo. Rischi da contrastare anzitutto con la prima regola del vivere sano: il controllo del peso, che una donna deve perseguire soprattutto - come lascia intendere Alberico - quando sta cercando di rimanere incinta. Il primo parametro da tenere sott’occhio è il Bmi, l’indice di massa corporea, che nel suo rapporto altezza-peso, quando supera il 25, indica un sovrappeso, che oltre il 30 diventa obesità. Quando tale parametro supera il tetto dei 30 - ammonisce Alberico - la probabilità di sviluppare il diabete durante una gravidanza è del 10,1%, cinque volte superiore rispetto alla probabilità dell’1,8% che hanno invece le donne con un indice di massa corporea sotto i 25.
(pi.ra.)
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