La nuova legge sullo scalo contestata dai portuali
Hanno chiesto garanzie sulla specificità di Portorosega, vocato alla movimentazione di merci varie. Hanno paura che la nuova legge regionale possa introdurre una «deregulation» nello scalo monfalconese sulle norme del mercato del lavoro. Massimo Tricarico, Rsu-Csil nella Compagnia portuale, ha scandito: «Il nostro porto ha una precisa connotazione. Se la Regione, con questa legge, non garantisce, attraverso il Comitato consultivo previsto, un’adeguata rappresentatività da parte di chi vi lavora e ne conosce la realtà e i problemi, potrebbe accadere che lo sviluppo a Monfalcone arrivi tra cent’anni. Lo stiamo vivendo sulla pelle, con l’escavo del canale». Si teme poi l’arrivo di investitori pronti a mettere in campo una «concorrenza sleale». Su tutto, la tutela dei lavoratori e la loro sicurezza, «fino a ieri garantita dalla legge nazionale 84», ha incalzato Stefano Moratto, della Rsu Alto Adriatico Cgil, membro della Commissione consultiva per il Porto. Ore 14.30, i rappresentanti dei portuali di Cgil e Cisl, con tanto di striscioni, hanno manifestato le loro preoccupazioni, ieri davanti all’Europalace, dove mezz’ora dopo si è aperta la riunione del Patto territoriale dedicato alla presentazione della nuova legge regionale per Portorosega e il porto di San Giorgio di Nogaro. «Non vogliamo diventare come Trieste, dove operano 36 realtà ex articolo 16, completamente diverse tra loro», ha tuonato Moratto facendo altresì notare che «in sede di approvazione della normativa regionale, tutti gli emendamenti proposti dalla Cgil sono rimasti inascoltati». Quando l’assessore regionale Riccardo Riccardi, assieme al presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, hanno raggiunto l’Europalace, s’è aperto una sorta di “confronto volante” sul marciapiede. Finchè Gherghetta ha proposto: «Questo incontro è fatto anche per voi, venite dentro e parliamone».
Il botta e risposta, in effetti, c’è stato, dopo l’illustrazione generale della legge da parte del direttore centrale della Direzione regionale infrastrutture, mobilità, pianificazione, Dario Danese, e le premesse di principio del presidente della Provincia. Il confronto, a tratti acceso, con i lavoratori ha monopolizzato almeno la prima parte del dibattito che Gherghetta ha aperto con due richieste di chiarimento: il “peso” decisionale del Comune nell’ambito dell’intesa con la Regione, in particolare in materia di Piano regolatore, e le tutele contrattuali dei lavoratori. Danese così ha spiegato: «L’intesa tra Comune e Regione è necessaria, se non c’è condivisione non c’è neppure l’approvazione del Piano regolatore del Porto. Va da sè che l’intesa debba essere mantenuta anche in fase di scelte di progettazione e attuazione del Piano, non potendo entrare in conflitto». Quanto alla tutela dei lavoratori, ha precisato: «La Regione non ha competenza in materia contrattuale, pertanto, resta valida la legislazione nazionale vigente, la legge 84 del ’94». Poi la raffica di timori espressi dai portuali. Moratto ha fatto riferimento al bando di concessione aperto per i 70mila metri quadrati in zona Lisert, «per il quale hanno la possibilità di partecipare anche operatori non autorizzati». Riccardi ha risposto: «La Regione tutelerà la congruità delle titolarità e dei requisiti dei concessionari. Intende fare di più: la sfida è ora quella di attrarre investitori, per far entrare nuovi capitali e realizzare le infrastrutture. Le concessioni devono comunque rispettare le tipologie previste dalla legge nazionale 84». L’assessore ha aggiunto: «La Regione proteggerà i lavoratori e la sicurezza vigilando affinchè venga rispettata la normativa nazionale». Gli operatori portuali hanno insistito: «Temiamo che in Porto possano entrare operatori non adeguatamente preparati e vengano applicate tariffe in concorrenza sleale. Insomma, che vengano a rubare il pane di bocca a quanti lavorano da anni con competenza e nel rispetto delle regole». Riccardi ha ribadito i principi di una legge che vuole creare sviluppo e occupazione per Portorosega, proprio a garanzia degli operatori e del rilancio dello scalo. Gherghetta ha concluso: «Questa legge è fatta per voi operatori e per chi vuole bene al Porto, non per chi vuol remare o ha remato contro».
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