La maxi Authority regionale divide operatori e politica

Battaglia sull’iidea di una regia per scali, interporti e aeroporto . Santoro: «Indispensabile un coordinamento». Boniciolli: «Idea strana e pericolosa»
Una veduta del Porto Vecchio di Trieste
Una veduta del Porto Vecchio di Trieste

È una soluzione che può funzionare o è campata in aria, per non dire rischiosa? Prefigura situazioni finalmente raziocinanti o danni già nel medio termine? E, soprattutto, il comparto e quanti gravitano attorno al sistema portuale di Trieste e del Fvg ci credono? Il sasso lanciato nello stagno dal senatore Russo che, sottotraccia, assieme al collega Sonego, sta lavorando a Roma a un clamoroso emendamento alla legge che abolisce le Province, istituendo un’unica Authority logistica che accorpi i porti di Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro, ma anche l’aeroporto di Ronchi e tutti gli interporti della regione, non ha mancato di fare effetto.

La possibile novità viene vissuta sul piano degli addetti ai lavori con molta prudenza e totale cautela. «Non è facile per gli operatori dare una risposta univoca - mette le mani avanti uno dei principali operatori del porto, Francesco Parisi - perchè una governance di questo genere potrebbe garantire un salto di qualità solo se fosse di notevole qualità. Noi privati, comprendiamo che nella logistica la collaborazione serve, ma bisogna capire, ad esempio, se ci sono risorse per investimenti infrastrutturali. Una gestione così, infatti, assimilerebbe il porto di Trieste a quelli anseatici dove municipio e porto coincidono, mentre qui sono storicamente contrapposti... A noi, nel congresso dei qualche giorno fa, è piaciuto il commissario D’Agostino, che ha detto che si può fare meglio, progredire anche allo stato della governance attuale. Perchè non si può aspettare. E non vorremo, appunto, che diventasse un alibi per non fare niente».

Meno possibilista e piuttosto freddo sull’ipotesi si rivela l’ex presidente dell’Autorità Claudio Boniciolli. «Non dubito che Russo sia mosso dalle migliori intenzioni, ma la sua proposta mi sembra a dir poco strana e pericolosa. Trieste è il porto naturale di una grande regione centroeuropea, non del solo Friuli Venezia Giulia. Registro, invece, il costante tentativo dei friulani di declassarla a porto regionale, e così non va. Facciamo cose più concrete, inglobando Fernetti, per dire. Se il porto diventa regionale, vedo solo possibili danni per Trieste».

Dalla Regione, silenzio o quasi. La Serracchiani santifica le feste (e non risponde al telefono) così come, all’Authority, lo stesso commissario D’agostino. Spetta allora all’assessore regionale ai Trasporti Mariagrazia Santoro, ricordare che «il presidente ha sempre auspicato un coordinamento tra i porti, anche se non so quale forma giuridica possa assumere. Di sicuro non possiamo pensare a tre porti che vadano ognuno per la sua strada in regione».

Authority regionale unica: Russo tenta un nuovo blitz
Una veduta del Porto nuovo di Trieste

E gli interporti, pure buttati nel calderone dell’accorpamento? A Renato Carlantoni, presidente dello scalo di Cervignano, l’ipotesi non disturba. «Cervignano secondo me ha una logica come retroporto di Trieste, concetto che abbiamo condiviso con D’Agostino. Il vero problema è che è stato abbandonato il trasporto su rotaia. Trenitalia è il vero problema. Su come uscirne deciderà la Regione».

Quando poi si entra nella logica di campanile, sono dolori. «Ho appena parlato con Russo - ammette il sindaco di Monfalcone Silvia Altran - chiedendogli di fare chiarezza. Per dire: Trieste ha un’autorità tradizionale, Monfalcone un altro tipo di governance. Parliamone con la Serracchiani, allora, che conosce la situazione e portiamola a livello romano. Di sicuro c’è che tutti abbiamo delle potenzialità, ed è inaccettabile non riuscire a gestirle in modo organico».

La politica, infine? Serve un’interpretazione autentica e Antonella Grim, segretario regionale del Pd, una cresciuta a pane e porto, un’idea ce l’ha. «Qualche perplessità sull’eventuale perdita dello status di porto nazionale per Trieste ce l’ho... Ma detto questo, stiamo lavorando a tutti i livelli per rilanciare il sistema della portualità regionale. L’idea è di fare diventare Trieste tra i porti principali a livello nazionale. Nel convegno di venerdì è stato interessante il richiamo alla necessità di far agire il mercato, come ha detto D’Agostino dotando le Authority di strumenti più snelli che le facciano lavorare meglio, diventare i motori commerciali rispetto al mercato. È questa la vera sfida».

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