La “lady del tricot” festeggia 60 anni tra i gomitoli di lana
TRIESTE Una festa lunga un giorno per festeggiare i sessant’anni di lavoro della “signora triestina del tricot”. Oggi Silvia Fonda, 75 anni, celebra un compleanno speciale. Anzi, in una città dove si susseguono i lutti per cessata attività, un compleanno quasi straordinario: i sessant’anni dietro il bancone di “Culot”, lo storico negozio dei filati, degli articoli da ricamo e di tutto quello che serve per lavorare a maglia di via delle Torri.
«Mia mamma ha uno spirito intraprendente, è decisionista e più portata a comandare che a ricevere ordini dagli altri» racconta Roberta, la figlia, che fa parte del team di donne che conducono il negozio. La signora Silvia ascolta e sorride affabile: la sua determinazione è quella che le ha consentito di diventare la proprietaria di “Culot” nel 1992 ripetendo l’impresa già riuscita all’inizio del Novecento a un altro dipendente. Il dipendente a cui si deve il nome del negozio: Giuseppe Culot lavorava per la famiglia Velicogna, proprietaria già a fine ’800 del negozio in cui si vendevano articoli di merceria, ma a un certo punto riuscì a diventarne titolare.
Lo affiancarono i due figli Anna e Saverio che, ad un certo punto, lasciarono la conduzione al fratello Sergio che si avvalse dell’aiuto dell’allora giovanissima Silvia. Quando la signora Fonda entrò nel negozio, il 20 settembre 1956, esattamente sessant’anni fa, aveva solo quindici anni. Fece i primi dieci giorni di prova e poi, il primo ottobre, fu assunta. Dopo tre anni di apprendistato divenne aiutocommessa, successivamente commessa e poi direttrice di tutte le commesse.
Nel 1975 la moglie di Sergio Culot diede a Silvia la gestione dell’attività. E infine, dopo una breve parentesi in cui diede vita a una società con gli eredi Culot, la signora Fonda divenne la proprietaria. Nel frattempo, come racconta, aveva imparato tutto quel che c’era da imparare sul mondo di lane e filati, guardando le riviste, e non solo, «perché mi dava fastidio quando le clienti mi chiedevano qualcosa e io non sapevo rispondere».
La sua tenacia le ha permesso di superare gli anni del boom delle felpe e quelli della crisi vera e propria. Per un certo periodo, quando ferri e uncinetti caddero un po’ in disgrazia, vendette anche prodotti di merceria. Poi, negli anni ’80, riesplose la moda del tricot: «Il mio capo mi diceva sempre: “Non prendere le cose che non puoi pagare”. Giusto. Ma oggi sono convinta che “più hai e più vendi”».
Ad aiutare Silvia ci sono anche le figlie che oggi si dedicano pienamente a “Culot” stando in negozio e preparando i modelli quando arriva nuovo materiale. Sono le «deputate alla creatività». E organizzano le fiere per i privati, in particolare quella di Vicenza, dove la mamma «si diverte tantissimo». Le figlie organizzano pure le lezioni in cui insegnano a fare a lavorare a maglia. Risultato: un “parterre” decisamente vivace ed affezionato di signore che affollano il negozio di via delle Torri. «Un giorno mi hanno detto che è meglio venire qui, perché costa meno che andare dall’analista» ride Silva.
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