La grande vendita di bar e negozi nel Viale “out”
TRIESTE Negozi e bar in vendita o in affitto. Attività commerciali che cedono l’attività. Serrande abbassate. Il Viale XX Settembre, nonostante scoppi di gente con i tavolini dei bar sotto gli alberi sempre pieni, si scopre in difficoltà. «Non si fanno più gli affari di una volta» lamentano gli esercenti.
Salta all’occhio, tra tutti, la messa in vendita dello storico buffet Voltolina che ha fatto la storia del Viale. Basta spostarsi di qualche metro e si trova un altro pubblico esercizio in cerca di nuovi titolari: il bar Rio. Quello che, sotto la gestione di imprenditori cinesi, non ha convinto nessuno tanto che le proteste dei residenti per le cattive frequentazioni e per le continue risse tra i suoi avventori nel corso dell’ultima campagna elettorale sono arrivate fino ai candidati sindaco. Poco più di un mese fa, con un provvedimento della polizia locale accolto con un sospiro di sollievo da chi vive o lavora in zona, è stato sottoposto a chiusura forzata per alcuni giorni. Ora è in vendita, anzi sono in vendita muri, attività e attrezzature, come recita il cartello sulla porta d’ingresso. Ancora qualche metro e, nel tratto del viale più vicino al Teatro Rossetti, ecco un altro pubblico esercizio in vendita a 84 mila euro.
Ma a cedere non sono solo i bar. Più di qualche negoziante, infatti, getta la spugna. Vanity, abbigliamento e accessori nel tratto che va tra via Nordio e via del Toro, ha da poco abbassato le serrande. La profumeria Estasy, punto vendita all’inizio del Viale, come rivelano gli annunci pubblicitari, è a sua volta sul mercato. Salendo si notano altri fori commerciali vuoti. Al civico 32 resta deserto il locale che un tempo ospitava il negozio Agorà trasferitosi altrove. Chiusi da due anni anche gli spazi che un tempo ospitavano il negozio Natura Viva. Di fronte al cinema Nazionale, all’altezza del civico 39, altri tre fori sbarrati e sul mercato. Tra questi quello che ospitò l'Angolo del Pane.
Una raffica di cessioni, dunque. Ma perché? «Il primo tratto del Viale è frequentato ma - risponde Milena Braico, titolare dello storico negozio di calzature Martini che per quarant’anni ha gestito la sua attività in via Muratti e da sei si è trasferita in Viale - durante il giorno, in realtà, c’è soprattutto gente che passeggia o che al massimo si prende un gelato o un caffè. Il numero di stranieri è aumentato a dismisura con capacità di spesa pari a zero». Pochi clienti e poi, male comune del commercio, «la burocrazia ci ammazza».
In Viale, però, c’è dell’altro: i fatti di cronaca nera che si susseguono preoccupano non poco i residenti e i negozianti della zona. «Va male. Anzi, va molto male - denuncia la titolare del negozio Fragiacomo inaugurato il 21 marzo del 1956 - perché la via è sporca, non viene lavata a sufficienza, e perché le decine e decine di extracomunitari che stazionano attorno alla fontana non sono certamente un bel biglietto da visita per un Viale che era la culla di famiglie, nonni e bambini». Non basta: «I mendicanti che chiedono la carità sono sempre di più mentre vigili urbani che passeggiano talvolta nemmeno si accorgono degli stranieri molesti che insistentemente chiedono l’elemosina alle signore anziane sedute ai tavolini dei bar. Non se ne può più».
«Abbiamo subito un furto nel nostro outlet durante la pausa pranzo» dà man forte Maurizio Gasti, titolare dello storico negozio di pelletterie Cattaruzza, aperto da oltre sessant’anni. E aggiunge: «Il target degli utenti è medio basso. La zona attorno alla fontana con certe frequentazioni rappresenta una sorta di blocco che rende la via poco accogliente. E molti negozi sono in vendita perché la zona è ormai dedita alla ristorazione e il commercio si è spostato in zone più centrali e pedonali della città».
Di sicuro, all’inizio del Viale, funzionano bene le rivendite di pane, pizze e dolci come Panpacor Kafè a due passi dalla fontana dei Mascheroni e come il Pane Quotidiano che, aperto 24 ore su 24, registra una fila di avventori anche a notte inoltrata nonché un via vai di agenti delle forze dell’ordine, di personale delle società di vigilanza privata o del 118 che si fermano a bere un caffè al volo. Un fenomeno, quest’ultimo, ben visto da commercianti e residenti: «Vedere delle divise e del movimento di notte serve da deterrente per i mal intenzionati».
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