La gaffe di Dipiazza sul premio a Calenda

Il sindaco propone la cittadinanza onoraria per il regista e poi la ritira: l’ex direttore del Rossetti è in causa con il teatro
L'abbraccio tra Roberto Dipiazza e Antonio Calenda
L'abbraccio tra Roberto Dipiazza e Antonio Calenda

TRIESTE La prima cittadinanza onoraria della terza giunta Dipiazza è stata ritirata prima ancora di essere conferita. Era arrivata alla conferenza dei capigruppo il 18 novembre su proposta del sindaco Roberto Dipiazza e con il parere di regolarità tecnica del segretario generale Santi Terranova. Il cittadino onorario mancato risponde al nome di Antonio Calenda, nato nel 1939 a Buonabitacolo, in provincia di Salerno. La motivazione? «Considerato tra i più prolifici registi del panorama italiano» (preso pari pari da Wikipedia) Antonio Calenda ha diretto il Teatro stabile del Friuli Venezia Giulia dal maggio 1995 al settembre 2014.

Un ventennio memorabile segnato da spettacoli indimenticabili con Piera degli Esposti, Turi Ferro, Kim Rossi Stuart e Vittorio Gassman che hanno risollevato le sorti del Politeama. E soprattutto è stato il regista di “Magazzino 18” il “coraggioso spettacolo” che è valso il 18 febbraio scorso la cittadinanza onoraria al romano Simone Cristicchi da parte dell’ex sindaco Roberto Cosolini. «Il cui debutto al Politeama, costellato da polemiche e grandissima tensione, è destinato ad essere ricordato come uno dei momenti più importanti della storia teatrale triestina». Nomination, insomma, strameritata. A stoppare la teatrale onorificenza voluta dal sindaco è stato Piero Camber, capogruppo di Forza Italia che fa parte della maggioranza. «Ho chiesto un approfondimento e proposto di dare lo stesso riconoscimenti a Claudio Orazi che ha salvato il Teatro lirico Verdi dal fallimento e che è stato premiato con un benservito dalla precedente giunta».

 

Orazi vince al Tar contro il Teatro Verdi di Trieste
Claudio Orazi in una foto al Teatro Verdi di Trieste di qualche anno fa

 

Una cittadinanza onoraria a pari merito per valori teatrali. Una proposta impossibile visto che entrambi hanno dei contenziosi aperti: Calenda con il Rossetti e Orazi con il Verdi. Proposta, quindi, ritirata dal sindaco, che dovrà pensare a qualche altra cittadinanza onoraria. Resta a futura memoria il fatto che nella proposta di Dipiazza non si fa cenno alla nomina, da lui stesso fatta nel 2010, di Calenda a sovrintendente della Fondazione Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Un doppio incarico costato caro in tutti i sensi alla città e ai suoi teatri. Tanto che nel novembre 2011 , per riparare anche ai “danni” di Calenda, arriva al Verdi come commissario straordinario proprio Orazi (ora sovrintendente del lirico di Cagliari). In un anno da sovrintendente al Verdi e direttore al Rossetti, Calenda è riuscito a svecchiare il lirico di 700 abbonati in un colpo solo, tagliando un turno pomeridiano e introducendo prezzi differenziati nelle recite con primi e secondi cast.

 

La love story di Calenda diventa «affare politico»
Lasorte Trieste 22 07 05 - Antonio Calenda

 

Pure il suo spettacolo “Cercando Picasso” con Giorgio Albertazzi, messo nel cartellone della stagione lirica, è riuscito a staccare in tutto 1.100 biglietti. In compenso ha regalato al gossip la love story con la ventottenne ballerina Natasha della Martha Graham Dance Company finita poi davanti alla Corte suprema di Manhattan con Calenda a chiudere un milione e 800 mila euro di danni, compreso un appartamento sulla West End Avenue. «Mi ha chieso aiuto, ero innamorato e le ho dato 500mila euro per la casa».

Il nome del Rossetti ha varcato l’oceano. Di tutto questo però il sindaco Dipiazza non fa cenno nella richiesta di cittadinanza onoraria (in realtà Calenda chiede un riconoscimento da dirigente al teatro che l’ha stipendiato per 20 anni). Si preferisce ricordare il Biglietto D’Oro Agis e «le presenze stagionali che arrivarono a superare le 192mila e gli incassi sfiorare la quota di quattro milioni di euro». E la cittadinanza onoraria? Alle calende greche.

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