La festa della donna in dieci storie uniche

Da chi si dedica agli ultimi fino alla mamma scienziata. Sul quotidiano in edicola l'otto marzo

TRIESTE C’è chi, come suor Gaetana, dedica agli ultimi la propria esistenza. E c’è chi, come Serena Zacchigna, con «l’atteggiamento giusto» riesce a coniugare le proprie carriere di scienziata e di mamma, entrambe a tempo pieno. Rosa Vitanza il giorno della sua laurea era l’unica a indossare con fierezza una gonna colorata, in mezzo a una schiera di ingegneri in pantaloni blu. A Luciana Musul nessuno può dire «’sta bona!». Giulia Venus Livia persegue il suo sogno di lavorare da freelance, con tutte le difficoltà di chi dipende solo da se stessa e deve migliorarsi costantemente. E l’elenco potrebbe continuare.


Oggi si ricordano le conquiste politiche, sociali ed economiche delle donne, celebrate tramite un’apposita Giornata internazionale indetta dalle Nazioni Unite. Molte però denunciano come la “festa della donna” spesso sia trattata alla stregua di un’occasione superficiale. Abbiamo chiesto ad alcune concittadine di condividere uno stralcio delle loro vite per l’occasione. Le trovate sul giornale in edicola oggi, giovedì 8 marzo.

Quelle citate all’inizio sono alcune delle innumerevoli donne che, a Trieste come nel resto del mondo, ogni giorno si confrontano con i propri diritti, le proprie capacità e i propri affetti. Ciascuna a modo suo.

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