La Croazia insorge e condanna «Turbati i rapporti fra i Paesi»
TRIESTE. Le massime cariche dello Stato croato hanno stigmatizzato con durezza le celebrazioni per i cent’anni dell’occupazione fiumana da parte dei legionari dannunziani. . Tutto inizia con una nota di protesta consegnata all’ambasciatore d’Italia a Zagabria. La Croazia «condanna nel modo più deciso» l’inaugurazione della statua «proprio nella giornata che marca il centenario dell’occupazione» di Fiume. È un atto, si legge nella nota, che «contribuisce a turbare i rapporti di amicizia e di buon vicinato tra i due Paesi».
Dopo la nota diplomatica, anche la presidente Kolinda Grabar Kitarovic condanna «l’inaugurazione della scandalosa statua della discordia». Per la presidente croata i rapporti tra Italia e Croazia «si fondano oggi su valori che sono in totale contrasto con tutto quello che ha fatto colui al quale è stata dedicata la scandalosa statua della discordia». Con il monumento a D’Annunzio, scrive Kitarovic su Twitter, si «vuole celebrare l’irredentismo e l’occupazione» di Fiume che «fu e resterà una parte fiera della sua Patria croata». Il primo ministro Andrej Plenkovic sottolinea che «non è un atto della politica ufficiale del governo italiano, ma delle autorità locali di Trieste». Aggiunge però: «Volevamo sottolineare che per la Croazia D’Annunzio rappresenta un’occupazione e un’ideologia sconfitta che ha causato la tragedia della Seconda guerra mondiale, che non ha posto nell’Unione europea».
Anche il sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, torna sul tema dopo aver già criticato l’iniziativa nei mesi scorsi: «Condanno fermamente il monumento eretto oggi all’uomo che cent’anni fa ha imposto con un’occupazione l’autorità italiana a Fiume, contrariamente a tutte le decisioni delle grandi potenze e della diplomazia internazionale». Per il sindaco «fu un’epoca sanguinosa e difficile per Fiume che vide la rovina della propria economia e una degenerazione generale». I legionari guidati dal poeta, «imposero con la violenza il loro potere per terrorizzare la popolazione croata e non-italiana di Fiume». Secondo Obersnel l’inaugurazione della statua di D’Annunzio proprio ieri «non può essere intesa in altro modo che come una glorificazione dell’occupazione violenta di una città».
Dall’Italia arrivano risposte varie. La deputata dem Debora Serracchiani afferma: «Serviva la saggezza che è mancata nel gestire un’iniziativa il cui potenziale divisivo si è manifestato subito a Trieste e da qui è deflagrato a livello nazionale. Concordo con Giordano Bruno Guerri: tra tutte le date possibili il 12 settembre era veramente quella meno opportuna».
Fratelli d’Italia si scatena. Se il deputato Luca Ciriani rinfaccia ai croati le piazze intitolate a Tito, «lui sì sterminatore di culture diverse», la leader del partito Giorgia Meloni ringrazia sindaco e giunta per «coraggio e determinazione» e dice: «È un’iniziativa estremamente importante perché rende onore alla memoria di un grande italiano che ha segnato la storia nazionale». In linea il coordinatore regionale Walter Rizzetto: «Un’azione messa in atto dai più alti valori umani di amore per la Patria», mentre per il consigliere Fdi Claudio Giacomelli «non è nascondendo parti fondamentali della storia di un popolo che si fa cultura». Per il senatore forzista Maurizio Gasparri, infine, «chi protesta per la statua è un idiota». —
G.Tom.
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