La crisi del commercio a Trieste Fallito “Dimensione Sport”

Incassi quasi dimezzati dal 2007 a oggi, a quota seimila euro mensili l’affitto del negozio di via Milano. Libri in Tribunale, la curatela sta vendendo la merce
Silvano Trieste 06/02/2013 Il negozio Dimensione Sport
Silvano Trieste 06/02/2013 Il negozio Dimensione Sport

Il commercio triestino dice addio anche a Dimensione Sport. Il Tribunale ne ha decretato il fallimento lo scorso primo febbraio. La curatela è stata affidata al commercialista Paolo Taverna. Il negozio all’angolo tra via Milano e via Filzi ha vestito generazioni specialmente di giovani, portando in anteprima in città le più importanti firme dell’abbigliamento sportivo e alla moda. La chiusura apre un’altra profonda crepa nel settore del commercio triestino già minato da continue chiusure. E lì, in quella fetta di città già costellata da fori commerciali abbandonati, si andrà ad aggiungere un altro spazio vuoto che, c’è da scommetterci, difficilmente verrà rimpiazzato da un bel negozio che darà lustro alla zona. È più verosimile lo sbarco di qualche sportello bancario o finanziario.

Alcuni giorni fa le luci di Dimensione Sport si sono spente. «Lo scorso fine settimana abbiamo fatto l’inventario, – spiega Paolo Taverna – in queste ore stiamo definendo la vendita di tutta la merce stimata 16 mila euro. Ad acquistarla sarà un commerciante triestino, per la cifra di 20 mila euro». La curatela mira a liberare quanto prima i 280 metri quadrati occupati dal negozio per non gravare ulteriormente l’azienda di altri costi di affitto. Quegli spazi sono di proprietà della Regione e di due privati. Costo di locazione mensile: seimila euro. La ditta individuale Dimensione Sport chiude con una perdita di 120 mila euro e 70 mila euro di arretrati per versamenti di Tfr.

Stefano Orlandini, titolare del negozio, tra le figure del commercio triestino – anche per tradizione familiare - più stimate del settore, prima di portare i libri contabili in Tribunale ha pagato tutti gli stipendi dei sei dipendenti. Fino all’ultimo centesimo. «Si è comportato in modo serio – osserva il curatore fallimentare – ha tentato di salvare l’attività ma a un certo punto ha alzato le braccia e chiesto il fallimento in proprio. Questa è la classica fine di un’attività che ha attraversato un momento sfortunato», valuta Taverna.

Basta del resto dare un’occhiata ai bilanci per rendersi conto della situazione. Fino pochi anni fa Dimensione Sport incassava annualmente ben oltre un milione di euro: «Circa un milione e 300 mila euro nel 2007, precisa la curatela – scesi a 740 mila euro l’ultimo anno». Praticamente quasi la metà. Impossibile reggere a una riduzione simile. Affitto elevato, tasse, e vendite calate: una ricetta fatale.

Il settore dell’abbigliamento a Trieste sta subendo una profonda crisi. Lo testimoniano anche le chiusure avvenute dall’inizio dell’anno. Non è passata inosservata la decisione di calare le serrande presa da commercianti che hanno fatto la storia del settore della città, come i gestori di Ambassador in piazza della Borsa e Arbiter di corso Italia (che ha mantenuto il negozio storico di via del Teatro). E poi la Cicogna di via Reti o la Serica di via Mazzini, lasciati desolatamente vuoti. La crisi ha spinto i triestini a tagliare le spese specialmente nel settore dell’abbigliamento. E neanche i saldi, dopo un avvio che era sembrato entusiasmante, hanno dato i frutti sperati.

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