La Comunità ebraica: propaganda di Hamas, Trieste non si associ

Prevista la discussione di varie mozioni, Salonichio scrive al presidente del Consiglio comunale. Furlanic: no a ingerenze
La guerra sulla striscia di Gaza
La guerra sulla striscia di Gaza

La lettera è stata distribuita a tutti i consiglieri comunali così com’era stato suggerito, ma di leggerla in aula, il che costituisce la seconda richiesta da parte della Comunità ebraica che l’ha inviata, il presidente del Consiglio comunale Iztok Furlanic non ci pensa proprio. «Assolutamente no - scandisce - costituirebbe un precedente gravissimo in quanto illecita ingerenza nell’autonomia di giudizio del Consiglio. Tutti hanno diritto di inviare documenti, nessuno di pretendere che vengano letti in aula». Nella lettera, che si chiede venga letta prima del voto sulle quattro mozioni riguardanti il nuovo precipitare della crisi in Medio Oriente che sono state presentate e che verranno discusse forse domani, il presidente della Comunità ebraica Alessandro Salonichio specifica che «la Comunità ha deciso di rivolgersi al Consiglio comunale della città perché è coinvolta negli avvenimenti del Medio Oriente avendo suoi ex iscritti, parenti e amici in Israele e anche perché le manifestazioni di solidarietà con Hamas sono spesso degenerate in forme di antisemitismo fino al recente assalto di massa contro una sinagoga di Parigi gremita di fedeli».

«Se non la leggerà Furlanic, leggerò io la lettera della Comunità ebraica - attacca Everest Bertoli capogruppo di Forza Italia - è giusto essere consapevoli di quanto sta accadendo in Medio Oriente e non lavarsi la coscienza andando in Risiera una volta all’anno il 25 aprile. Da consigliere - continua Bertoli - Furlanic è libero di avere le sue opinioni di comunista, da presidente del Consiglio no. Ha già fatto una cosa vergognosa quando ha giustificato la sua mancata visita alla mostra fotografica dell’associazione Italia-Israele definendo su Facebook Israele uno Stato criminale». «La lettera non aggiunge fatti inediti tali da poter modificare l’opinione dei consiglieri - afferma invece Marco Toncelli capogruppo del Pd - per cui è giusto attenersi a quanto decide il presidente del Consiglio che istituzionalmente è delegato a farlo. Se però il Consiglio a maggioranza deciderà di leggerla ritengo si possa fare perché il Consiglio è sovrano. Quanto al Pd - chiude Toncelli - a causa delle stringenti scadenze locali non abbiamo ancora avuto il tempo di dibattere tra noi questo tema».

Le mozioni sono quattro. Una ha per prima firmataria Anna Maria Mozzi (Pd) e porta altre firme di Pd, Sel e FdS. Una è stata presentata da Marino Andolina (Fds) al quale si sono aggregati gli altri consiglieri di Sel e Fds e invita il governo «a richiamare il proprio ambasciatore da Israele richiedendo inoltre al nostro rappresentante presso l’Onu sanzioni contro il governo di quel Paese reo di questi atroci crimini». Si tratta evidentemente del documento che ha suscitato in particolare la preventiva reazione della locale Comunità ebraica. La terza è dello stesso Bertoli (Fi) che al contrario punta il dito esclusivamente contro Hamas, la quarta di Paolo Rovis (Ncd) è su una linea simile anche se solidarizza anche «con una parte di popolo palestinese vittima della strategia terroristica di Hamas». «Decideranno i capigruppo se discutere queste mozioni giovedì - chiude Furlanic - anche se all’ordine del giorno c’è il punto pesantissimo del Piano economico-finanziario di Acegas».

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