La "capitale del kitsch" mette la retromarcia
BELGRADO. I dettagli sono ancora confusi: non c’è una tabella di marcia, solo qualche annuncio. Ma sono annunci che indicano una rotta: quella di una marcia indietro perentoria, in Macedonia, sul controverso progetto “Skopje 2014”, che in meno di un decennio - per volontà dell’ex premier Nikola Gruevski - ha stravolto la fisionomia della capitale macedone con statue di bronzo, marmi e monumenti pacchiani. Trasformandone il centro in un mix tra Astana e Disney World: sorta di “capitale europea del kitsch”, come la definì a suo tempo il quotidiano britannico The Guardian.
Le cose potrebbero drasticamente cambiare, con la rimozione di alcuni monumenti. A suggerirlo l’agenzia MakFax, che ha fatto il punto sui lavori di una commissione istituita dal nuovo esecutivo guidato dal socialdemocratico Zoran Zaev per analizzare il progetto Skopje 2014 nei minimi particolari, valutandone costi e sostenibilità. Commissione che avrebbe già riscontrato serie inosservanze nell’edificazione di vari monumenti che oggi “abbelliscono” la città. E che potrebbero per questo essere rimossi.
Citando il numero uno della commissione, l’architetto Miroslav Grcev, MakFax ha anche tentato di fare una lista dei monumenti più a rischio. Due sarebbero quelli destinati sicuramente a scomparire: l’uno dedicata a Madre Teresa, nata a Skopje nel 1910; e l’altro, quello al discusso rivoluzionario macedone Andon “Kyoseto” Yanev.
Ma Grcev ha rivelato che sono state evidenziate «irregolarità in molti aspetti» non solo in relazione alle due statue di cui sopra. Lo stesso discorso vale anche per altri nuovi simboli di Skopje. Come il “Guerriero a cavallo”, dedicato ad Alessandro Magno, colosso che ha dato origine a forti tensioni con la Grecia. Per il monumento a Filippo, padre di Alessandro. E persino per “Porta Macedonia”, l’arco di trionfo. Anche in quei casi sarebbero forti i sospetti di «maggiori violazioni» delle regole urbanistiche nel loro innalzamento, deciso dal governo Gruevski senza che il Parlamento fosse interpellato, a detta di Grcev. Se esse saranno confermate «dopo il completamento del rapporto» della commissione, che non ha poteri esecutivi, tutte queste opere «dovranno essere rimosse», ha suggerito Grcev.
La decisione finale sarà tuttavia presa consultando la città e il ministero della Cultura. E «se sarà stabilito che i monumenti dovranno essere levati, ciò sarà fatto rispettando le procedure legali, non nottetempo come ha fatto il precedente governo, quando fece erigere le statue», ha fatto sapere il dicastero.
Cosa succederà ora? I rumors, a Skopje, raccontano che il governo, con annunci del genere vuole innanzitutto tastare il polso della società, per capire come mosse del genere potrebbero essere accolte. «Sono convinto che i monumenti saranno rimossi o almeno lo spero, anche se non so quanto tempo ci vorrà per farlo con tutti» quelli eretti in questi anni, decine e decine, uno più kitsch dell’altro, spiega invece al Piccolo l’artista visuale Matej Bogdanovski. E «tutti devono essere rimossi, perché sono sbagliati su vari livelli, hanno zero valore artistico, sono stati piazzati non rispettando le procedure, troppi in un’area così piccola», aggiunge.
È «complicato asportare i monumenti», gli fa eco lo storico dell’arte Nikola Pisarev, ma quelli in questione «sono stati collocati senza una decisione del Parlamento, senza dibattito» e questo potrebbe essere il cavillo legale per rimuoverli. E farlo «è una cosa buona», specifica Pisarev, anche perché «ci sono oltre 200 sculture» in giro per la città, «messe lì senza chiedere niente a nessuno, senza competizione pubblica tra gli artisti, senza dibattito con architetti e cittadini. Sono stati imposti con la forza e alcuni devono essere tolti». Tolti mettendo definitivamente in soffitta un progetto ciclopico, che sarebbe dovuto costare intorno ai 75 milioni di euro, una cifra poi lievitata fino a oltre i 670, secondo i calcoli del Balkan Investigative Reporting Network.
Certo è che l’eventuale rimozione delle statue potrebbe essere facilitata dalla vittoria alle amministrative di domenica a Skopje dell’Sdsm di Zaev, un trionfo già contestato da Gruevski. Che ha parlato di brogli e irregolarità.
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