La Baviera scommette sul porto di Trieste
TRIESTE Da città con il porto a città-porto. Il commissario dell’Authority Zeno D’Agostino ha scelto ieri il sito più adatto, cioé l’aula del Consiglio comunale dove si è svolta una seduta del Tavolo dell’economia dedicato specificatamente alle potenzialità dello scalo, per spiegare come la promozione non si faccia solo alle fiere internazionale di Shanghai, ma anche in città e come ciò serva comunque ad attrarre investitori internazionali. Tant’è che le operazioni su scala internazionale stanno giungendo a una serie di risultati concreti ed è stato il sindaco Roberto Cosolini ad annunciare che nel giro di qualche settimana la Regione Friuli Venezia Giulia e il Land della Baviera firmeranno un Protocollo d’intesa che farà di Trieste il porto di riferimento di quella che è una delle regioni europee maggiormente industrializzate. D’Agostino ha annunciato che domenica 20 settembre si terrà l’Open day con forte coinvolgimento dei terminalisti e delle categorie industriali. La base di partenza sarà il Museo ferroviario da dove ogni ora un pullman porterà 50 passeggeri (cioé tutti i cittadini che lo vorranno e riusciranno a trovare posto) verso i Moli Quinto, Sesto e Settimo, lo Scalo Legnamo e il Canale navigabile. L’iniziativa sarà anticipata a sabato 19 per i media.
Nella stessa ottica rientra una serie di iniziative che si terranno in concomitanza con la Barcolana allorché sarà il Porto Vecchio a essere rivitalizzato divenendo protagonista. Il Molo Quarto sarà lasciato a disposizione degli organizzatori delle manifestazioni a terra in prosecuzione delle Rive, i parcheggi verranno spostati all’interno dello stesso Porto Vecchio e una “littorina” della Ferrovia Udine-Cividale farà la spola per collegare l’ex Centrale idrodinamica e il Magazzino 26 dove verranno organizzati una serie di eventi a cura anche degli studenti della Facoltà di Architettura dell’università di Vienna.
In tema ferroviario, D’Agostino ha annunciato che in questi giorni è partito un cantiere del valore di 2,5 milioni di euro per operazioni di manutenzione straordinaria sui binari, ma con un investimento giunto a 50 milioni complessivi grazie all’ultimo stanziamento del Cipe, Rfi potenzierà la piastra di Campo Marzio adeguando la lunghezza dei binari in modo da poter allestire convogli di 750 metri, automatizzando gli scambi, elettrificando l’entrata e l’uscita dal Molo Settimo, rendendo utilizzabile la galleria ferroviaria in modo da poter raggiungere lo Scalo Legnami, la futura Piattaforma logistica e la banchina Arvedi da dove già oggi partono o arrivano due treni al giorno. «In questo modo - ha spiegato il commissario - si toglierà il traffico dal versante Sud e dal Molo Settimo e su Campo Marzio insisterà solo il traffico dei Moli Quinto e Sesto». D’Agostino ha anche specificato che la privatizzazione di Adriafer, la società che gestisce le manovre ferroviarie interne allo scalo, è solo momentaneamente congelata e ripartirà dopo il chiarimento con il Comitato dei lavoratori del porto. Vi sono tre manifestazioni di interesse di privati. Resterà invece una società in house la Porto di Trieste servizi, mentre l’Authority si terrà anche il 40% attuale di Ttp.
«Il Punto Franco dal Porto Vecchio - ha specificato D’Agostino - verrà spostato in particolare nelle aree fuori dal porto a supporto del traffico dei traghetti turchi e quindi certamente a Fernetti e probabilmente anche a Prosecco. Una “fetta” sarà utilizzata con uso innovativo in area Ezit, alle Noghere. Infine porzioni potrebbero andare a beneficio di industrie, con le quali abbiamo già trattative in corso, che logicamente sono connesse a mercati extracomunitari». E riguardo alle prerogative dei Punti franchi di Trieste, per giungere a un chiarimento definitivo, un protocollo è stato firmato con la Direzione interregionale dell’Agenzia delle Dogane e sono in corso contatti con studi legali specializzati. E a questo punto D’Agostino si è reso protagonista di una sfuriata contro coloro «che considerano il Punto franco un obiettivo, addirittura della propria vita, anziché uno strumento. Parlano a vanvera, ne sanno meno di me che sono qua da sei mesi - ha concluso - non voglio avere nulla a che fare con loro».
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