Irci, Nedoh restituisce i 25mila euro “sommersi”
L’importo dell’assegno scomparso nel giugno 2013 è tornato nelle casse dell’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata (Irci). Il tesoriere Stefano Nedoh (a cui sono state ritirate le deleghe) ha effettuato un bonifico da 25mila euro, valuta 21 novembre, da una banca di Capodistria, la cittadina slovena dove risiede. All’appello, rispetto agli ammanchi rilevati dai revisori dei conti, mancano i 3 mila euro usati dall’ex dipendente regionale (non lo è più dal 2012) e ex assessore di Duino Aurisina per rifarsi di denti.
La denuncia nei suoi confronti è già stata depositata in Procura anche se non è ancora arrivata sulle scrivanie dei pubblici ministeri. E stata la presidente dell’Irci, Chiara Vigini, tramite l’avvocato Alessandro Giadrossi. «Sabato ho presentato una denuncia querela nei confronti di Nedoh e domani (oggi, ndr) ne presenterò un’altra su mandato del direttivo che si è riunito lunedì pomeriggio», spiega la presidente che ora attenta la la revisione di tutto l’impianto contabile relativo agli esercizi 2013 e 2014.
Gli esiti di tale verifica verranno comunicati alla prossima assemblea dei soci che non ha ancora una data ma che si dovrebbe tenere a breve. Il consiglio direttivo ha affidato il compito di revisionare tutta la contabilità al professionista triestino Alfredo Paparo. Un modo per appurare se vi siano state altre irregolarità oltre a quelle scoperte finora. Un lavoro non facile visto che mancavano all’appello parecchi estratti conto. Le carte richieste non sono ancora tutte disponibili. «L’assemblea la faremo prima possibile. Sicuramente entro un paio di settimane. Aspettiamo di avere prima la verifica contabile» spiega Vigini.
L’assemblea, tra l’altro dovrà decidere in merito a una serie di dimissioni: quella di Manuele Braico da revisore dei conti presentata il 3 ottobre scorso per motivi di salute e quella dal direttivo di Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli istriani, che se n’è andato sbattendo la porta («Un'incapacità totale. Persino una bocciofila è gestita meglio»).
Non si esclude una mozione di sfiducia nei confronti dell’attuale presidenza. La vicepresidente, Maria Masau Dan, ha manifestato in un’email inviata al sindaco Roberto Cosolini il desiderio di essere sollevata dall’incarico dopo le ultimi vicende visto il suo prossimo pensionamento e visto che il progetto di allestimento del Civico museo della civiltà istriana è ormai praticamente concluso. «Siamo in dirittura d’arrivo con il museo, non credo che la Masau Dan possa dimettersi ora. Non credo proprio», spiega la presidente. «Stiamo pensando di fare una conferenza stampa ai primi di dicembre. Il progetto di allestimento è fatto. Poi il museo è fatto in breve» assicura la Vigini.
Il Comune per il momento non affronta la questione della vicepresidenza dell’Irci. «Ho preso atto dell’email nella quale la Masau Dan chiede di passare la mano, Non ne abbiamo parlato. Lo faremo nei prossimi giorni. Prima chiudiamo il capitolo del museo. Poi vediamo» spiega il sindaco Roberto Cosolini. Il problema, in effetti, non riguarda solo la vicepresidente dell’istituto. «La permanenza del Comune di Trieste all’interno dell’Irci è un po’anomalo visto che dal 2012 non è più formalmente socio - spiega il sindaco -. Resta il fatto che il museo farà parte del circuito comunale. È una riflessione che dobbiamo fare».
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