Irci, assegno “riemerso” in un magazzino
È risolto il giallo del l'assegno dell'Irci da 25 mila euro, sparito dal passaggio da un conto corrente a un altro. È “riemerso”, ossia è stato versato, assieme ad un altro assegno circolare di Unicredit della somma di 1.450 euro, su un libretto di deposito intestato al Tribunale di Trieste consegnato a titolo di saldo prezzo dall'aggiudicatario dell'immobile di via Ghirlandaio 12/14 nell'ambito di un'esecuzione immobiliare. In pratica, quei soldi sono serviti per acquistare ad un'asta giudiziaria un magazzino attiguo ad un bar vicino al teatro Bobbio della Contrada. Ad acquistare l'immobile sarebbe stata una donna di origine africana. Soldi dell'Irci, quindi, dati ad una terza persona che nulla ha a che fare con l'Istituto di via Torino, per comperare un magazzino. Sarebbe questo dunque il singolare sistema di "accantonamento" al quale faceva riferimento l'avvocato di Stefano Nedoch, il tesoriere dell'Irci chiamato in causa nei giorni scorsi e sul quale fin da subito sono ricaduti i sospetti.
«Il mio cliente non ha nascosto nulla, - aveva dichiarato alcuni giorni fa il legale - si è trattato di un accantonamento del tesoriere iscritto a bilancio». «Ho agito nell’interesse dell’Irci, a garanzia della liquidità dell’Istituto stesso. Ho agito nell'interesse dell'ente», aveva assicurato invece lo stesso tesoriere. Dichiarazioni che adesso stonano con le circostanze che stanno venendo a galla. Quel magazzino di via Ghirlandaio acquistato con quell'assegno circolare e intestato ad una persona che nulla ha a che fare con la cultura istriana, fiumano e dalmata fa a pugni pure con la lettera inviata da Nedoch al Collegio dei Revisori dell’Irci lo scorso 13 novembre.
Nella sua memoria il tesoriere spiega di aver "allocato l'importo di 25 mila euro a riserva straordinaria a tutela dell'Istituto". Denaro messo da parte, secondo Nedoch, per far fronte a qualche momento di difficoltà dell'Irci. «Quei soldi - si legge ancora nella lettera firmata dal tesoriere - sarebbero comunque rientrati nel conto corrente presso la Unicredit Banca già nei prossimi giorni, in quanto la liquidità ad oggi disponibile non avrebbe permesso il pagamento degli oneri previdenziali, delle utenze e delle spese straordinarie».
Secondo Nadoch «se l'importo a riserva straordinaria fosse rimasto nella giacenza del conto corrente, - sostiene - avrei ricevuto da parte della presidente sollecitazioni ad effettuare impegni di spesa e pagamenti e, ad oggi, nella necessaria dovuta copertura di spese inderogabili non vi si potrebbe dar corso. Ritengo di aver operato con il buon senso di un padre di famiglia e nel rispetto delle mie autonomia della carica rivestita, - aggiunge nel documento il tesoriere - informo inoltre di aver già provveduto allo smobilizzo dei fondi che saranno accreditati presso Unicredit Banca nei prossimi giorni».
Il giallo dell’assegno mancante era stato innescato dai controlli eseguiti su iniziativa della presidente dell'Irci, Chiara Vigini, e dai quali era emerso che nel giugno 2013 il tesoriere aveva compiuto un versamento non autorizzato a un soggetto non conosciuto dall’Istituto, senza in cambio né forniture nè servizi. Di ciò gli organi dell’Istituto ne sono venuti casualmente a conoscenza solo qualche settima fa.
A Stefano Nedoh, dipendente regionale, ex assessore al Bilancio di Duino oltre che presidente del collegio dei revisori dei conti in diverse realtà come l'Associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia, Giuliani mondo o Amici della Contrada, sono state per ora revocate le deleghe.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo