Insiel: linea dura sui licenziamenti
TRIESTE. Non è bastato un sindacalista sul tetto, e poi al Pronto soccorso, per far tornare indietro Insiel dalla decisione di licenziare 24 dipendenti di Insiel Mercato che il giudice ha “riconsegnato” alla società informatica della Regione. I sindacati parlando di «grave scorrettezza» e se la prendono con Simone Puksic accusato di essere «telecomandato» dalla giunta Serracchiani. Il neopresidente ribatte tenendo la linea. Sia sui licenziamenti che sul piano industriale che prevede 100 pensionamenti nel triennio. La trattativa, dopo la giornata convulsa di giovedì, è rimandata a lunedì prossimo. Ci sarà anche Paolo Panontin, l’assessore con delega sulla società informatica sostituito l’altro giorno dalla collega Loredana Panariti.
L’auspicio dei sindacati al tavolo è stato quello di un Panontin che possa portare «un contributo che permetta di favorire il superamento del problema, che per noi rimane». Ma dai piani alti della società non giungono aperture. Puksic premette la disponibilità a discutere delle questioni aperte «in modo da ricostruire positive e concrete relazioni industriali e sindacali», incrinate dopo la prematura scomparsa nell’ottobre scorso del presidente Lorenzo Pozza, ma non asseconda la richiesta delle categorie di congelare la vicenda dei licenziamento fino a quando il tribunale di Trieste non discuterà il ricorso della società contro la decisione dei giudici di bocciare l’operazione di scorporo che ha fatto nascere Insiel Mercato e trasferito 133 dipendenti di Insiel nella nuova società.
«Come ho detto al tavolo – ribadisce Puksic – l’azienda sta operando nell'interesse pubblico, per salvaguardare l'occupazione e rilanciare l'attività». Ma sui 24 licenziamenti non ci sono novità. Dopo il reintegro deciso dal Tribunale, Insiel ha atteso i lavoratori in ufficio e, passato un mese, ha fatto partire le lettere di rescissione dai rapporti di lavoro per giusta causa. La posizione del cda sui licenziamenti dei 24 ricorrenti, fa sapere ancora il presidente ricordando che si tratta peraltro di persone ancora impiegate in Insiel Mercato, non muta. Né muta la previsione del piano industriale approvato nel 2014: «La stima dei 100 pensionamenti nel triennio è confermata, fermo restando che sono pure in agenda 50 nuovi ingressi». Quanto all’accusa sindacale di eseguire gli ordini della giunta, Puksic risponde con una battuta: «Nel futuro digitale di telecomandi se ne vedono pochi». Sulla vicenda intervengono anche le segreterie Fim-Cisl Trieste e Gorizia e le Rsu Fim-Cisl Insiel Trieste che ribadiscono le loro perplessità: «Ai nostri ex colleghi si diceva di poter ritornare, però su di loro continuava a incombere l’incertezza della potenziale vincita di Insiel in appello e la possibilità quindi di trovarsi tra pochi mesi non più occupati né in Insiel né in Insiel Mercato. L'epilogo – conclude la nota – ci lascia amareggiati e ci dimostra ancora una volta che la correttezza nelle relazioni umane, quanto in quelle industriali, non è cosa da tutti».
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