Incarichi, ecco i collezionisti di poltrone a Trieste
Non solo gli enti inutili. Sotto accusa, specie di questi tempi, ci sono anche i titolari di incarichi plurimi. Dirigenti di holding che guidano anche due o più società di scopo, percependo compensi plurimi. Manager “onniscienti” che occupano posti di rilievo in realtà diversissime tra loro. Volti noti che collezionano poltrone come fossero figurine Panini.
È anche e soprattutto a dinamiche di questo tipo che ha fatto riferimento nell’ultima riflessione su facebook Roberto Cosolini. Uno sfogo impersonale, il suo («nomi non faccio - chiarisce il sindaco -, il mio era un richiamo a criteri generali che consentirebbero di far funzionare meglio un sistema pubblico troppo gonfio»). Eppure è facile constatare come l’identikit tracciato dal primo cittadino corrisponda perfettamente al profilo di Antonio Paoletti, autentico recordman del settore.
Da Unioncamere al Mib. Dal teatro Rossetti a Confidi. Da Assoporti al Comitato Transpadana. Paoletti ricopre una ventina di incarichi di primo piano. Molti, va detto, legati obbligatoriamente alla sua carica di partenza: è logico, per esempio, che il presidente della Cciaa sieda anche nel direttivo di Unioncamere. Meno scontato però che venga scelto anche per la presidenza di Ttp o sieda nel Comitato scientifico per la candidatura del Nordest a capitale europea della cultura.
Naturalmente, Paoletti non è l’unico catalizzatore di nomine multiple. A fargli compagnia ci sono tanti altri nomi che contano. Come Massimo Paniccia, presidente di AceagasAps, Fondazione CRTrieste e Mediocredito. O come Sergio Dressi, contemporaneamente presidente e ad dell’aeroporto di Ronchi.
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