Il vescovo di Baghdad: "Cristiani perseguitati ma il mondo sta a guardare"
TRIESTE. L'Europa assiste, l'Onu latita, l'America non interviene. Tra accuse ben definite e ipotesi di complotto, la persecuzione dei cristiani in Iraq è condotta sotto il segno del fanatismo, ma viene "agevolata" da un immobilismo internazionale dettato dai forti interessi economici. A sostenerlo è monsignor Shlemon Warduni, il vescovo ausiliare di Baghdad della Chiesa cattolica caldea e presidente della Caritas irachena, un testimone diretto del quadro di soprusi e violenza di stampo islamico nei confronti dei cristiani in Medio Oriente. Originario di Batnaya, un villaggio iracheno a nord di Mosul, 72 anni, Warduni evita le analisi troppo decisamente politiche ma chiede ascolto, giustizia e soprattutto umanità. Lo chiede anche da Trieste, dove è arrivato per uno degli incontri della Cattedra di San Giusto organizzati dalla Diocesi. «Quanto sta avvenendo in Iraq rispecchia quasi un vero genocidio - sottolinea senza remore Warduni esprimendosi in buon italiano, retaggio degli studi compiuti a Roma nella strada verso il sacerdozio, negli anni Sessanta - stiamo parlando di una sciagura immane, sanguinosa, che trascende il pensiero cristiano e si lega fondamentalmente al quadro dei diritti umani».
Una sciagura epocale di cui si parla poco o male?
Anni fa in Italia, ad esempio, l'opinione pubblica fu scossa dall’episodio di un bambino caduto in un pozzo e poi morto nonostante i molti tentativi di salvataggio. Se ne parlò molto, con clamore e insistenza. Bene. Fu giusto farlo, ma credo che lo stesso clamore non sia riservato oggi a quanto sta avvenendo in Medio Oriente nei confronti delle sofferenze dei fedeli cristiani. Vogliono estirpare il Cristianesimo, questo è chiaro, e per farlo stanno fruendo di un piano ben organizzato, un vero complotto studiato nei minimi particolari, iniziato gradualmente con una forma di tolleranza nei confronti dei cristiani e poi sfociato via via in fatti disumani, violenze senza limiti nei confronti dell'uomo e persino dei luoghi dell'arte. Sono dei diavoli, anzi, nemmeno il diavolo arriverebbe a tanto.
Quali sono gli "spettatori" colpevoli?
Mi chiedo dove sia l'Onu. E l'America: parla tanto di democrazia e poi resta a guardare. E l'Europa? Dove sono i principi umani di cui tanto parla?
E questo immobilismo come andrebbe spiegato?
Semplice, con gli interessi economici che coinvolgono molte parti. Il commercio d'armi è noto, tutto ruota attorno a questo punto.
Le soluzioni possibili? Spesso si invocano temi come preghiera e dialogo.
Credo siano ancora fondamentali in questo conflitto. Soprattutto la preghiera, se incanalata e trasmessa nel modo giusto, credo possa avere il suo senso e motivazione. Credo ancora anche nel dialogo, ma andrebbe indirizzato meglio. Esistono ad esempio molti islamici moderati che ripudiano le violenze nei confronti dei cristiani. E a volte lo esprimono apertamente.
Forse il dialogo ora è solo un corredo.
No, ma andrebbe magari fatto, lo ripeto, soprattutto con coloro che speculano nel commercio di armi. Tutto parte da questo. Qui non parliamo solo di cristianesimo ma di diritti umani universali, comuni a molte religioni. Il mondo deve intanto capire questo, dimostrare più sensibilità e darci maggiore ascolto.
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